Di Henri Barbara Lindeneg. Crossing Borders (24/08/2014). Traduzione di Claudia Avolio.
In copertina il giovane martire siriano che si occupava di media Jamal Abdelnasser Malas davanti a un lungo murale su cui è scritto il nome della città di Ma’arrat al-Numan
Witness Syria è una rete di solidarietà composta da attivisti siriani ed europei. Sin dall’inizio del 2012 l’iniziativa ha inviato un gruppo di piccole delegazioni in Siria. Qui attivisti europei hanno incontrato, vissuto e sono divenuti parte della lotta quotidiana della popolazione di Ma’arrat al-Numan ancora sul territorio. Ma’arrat al-Numan è una città siriana nella provincia nordoccidentale di Idlib. La principale autostrada che conduce sia ad Aleppo che a Damasco si trova nella parte ovest della città, collocandola in una posizione strategica.
“Ho fatto visita ai coraggiosi attivisti dell’organizzazione a base volontaria Basmat Amal (Sorriso di Speranza) di Ma’arrat al-Numan per due volte. In entrambe sono rimasta colpita dalla loro fermezza e volontà di costruire strutture autosufficienti per sostenere la loro comunità locale. Questo malgrado la città venga bombardata a tappeto dagli aerei del regime siriano spesso più volte in una giornata”: questa la descrizione dell’attivista danese Ida Rump.
Ma’arrat al-Numan ha preso parte alle proteste pacifiche contro il regime di Bashar al-Assad sin dall’inizio della rivoluzione nel 2011. Nell’autunno del 2012 la città si è svincolata dal controllo del regime e da allora è divenuta obiettivo di pesanti bombardamenti aerei. In una breve pubblicazione realizzata dalla rete Witness Syria, si stima che la città ospitava oltre 100 mila abitanti: dopo l’inizio dei bombardamenti gran parte di essi l’ha abbandonata, ma di recente migliaia di loro sono tornati per ricostruire una società civile.
“Non dimentico mai le parole di un amico attivista,” dice Ida Rump, “che malgrado tutte le sue perdite personali durante la rivolta, dà ancora valore al fatto che per la prima volta in vita sua – da quando Ma’arrat al-Numan è stata liberata – è stato in grado di impegnarsi nella società e contribuire al suo positivo sviluppo”. L’organizzazione Basmat Amal è uno dei numerosi gruppi locali operativi a Ma’arrat al-Numan.
Hanno avviato un supermercato no-profit, ovvero vendono tutti i loro prodotti a prezzi che sono dal 10 al 40 percento più convenienti che in ogni altro luogo. Hanno aperto una scuola per ragazzi e lanciato un’iniziativa perché si reinstalli una rete di comunicazioni nella città. Nell’autunno del 2013 attivisti di Witness Syria hanno avviato una campagna per aiutare a raccogliere fondi affinché Basmat Amal costruisse un sistema satellitare.
L’attivista danese Adam Qvist di Witness Syria spiega in un articolo di novembre 2013: “Proviamo a comunicare un altro punto di vista dello sviluppo in Siria rispetto all’impotenza e alla mentalità vittimistica, che oggi cinge il conflitto”. Inoltre spiega che lo scopo della rete è duplice. Si tratta di ascoltare e condividere le storie alternative sulla resistenza e di mostrare alla società civile di Ma’arrat al-Numan e di altre città che c’è un sostegno internazionale, scevro da interessi economici e politici.