Opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (01/02/2018). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.
Dietro la crisi del Golfo – scoppiata circa nove mesi fa – si celano diversi segreti che hanno portato a riconsiderare le sue conseguenze non solo in Qatar (obiettivo dell’assedio da parte del quartetto arabo formato da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein) ma anche negli assi regionali, internazionali e arabi.
L’aspetto più pericoloso di questa campagna non è stato il blocco in sé – un episodio che Doha è riuscita a superare grazie all’espansione e al rafforzamento delle sue linee marittime e aeree con il Kuweit, Amman, la Turchia e l’Iran – e neanche il duro colpo inflitto al tessuto sociale ed economico che tiene uniti i popoli del Golfo, bensì il fatto che gli artefici di questo assedio ingiusto hanno pensato di far fronte al Qatar militarmente.
Le dichiarazioni di Donald Trump all’inizio della crisi e le visite di suo genero, Jared Kushner, al principe ereditario saudita, Mohammed Bin Sulman, e il conseguente pugno di ferro adottato da quest’ultimo nel regno saudita con l’arresto di uomini d’affari, hanno alimentato la preoccupazione nella regione del Golfo secondo cui chi osa tanto all’interno del Paese è disposto a rischiare ancor di più al di fuori.
Doha aveva previsto le possibili conseguenze della crisi e aveva operato d’anticipo rafforzando le relazioni con la Turchia e le operazioni militari con gli eserciti dei Paesi europei. Tuttavia, la capitale del Qatar non aveva considerato la crepa che i Paesi del blocco hanno tentato di creare con gli Stati Uniti d’America, andando a minare gli equilibri strategici nel Golfo e nel mondo nonché gli stessi interessi americani.
L’establishment americano ha cercato così di evitare rapidamente alcune situazioni pericolose, e le ultime dichiarazioni del presidente Trump lo dimostrano. Il presidente ha infatti annunciato di lavorare insieme al Qatar “al fine di contenere le minacce estere all’integrità territoriale del Paese” e a ripristinare il ruolo di Washington come bussola regionale nella crisi del Golfo. Un volta faccia americano alla coalizione anti-Qatar che intende frenare le misure imprudenti imposte dagli artefici della crisi e aprire un nuovo capitolo verso la fine della stessa.
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