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Un nuovo approccio per il Sahara

Sahara OccidentaleDi Mohammad El-Ashab. Dar al-Hayat (13/04/2013). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

L’inviato speciale ONU per il Sahara Occidentale, Christopher Ross, ha infine cercato una mediazione regionale, in primo luogo tra Marocco e Algeria. Inoltre, per la prima volta il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha annunciato che una soluzione regionale per il conflitto del Sahara è d’obbligo e che vi è la necessità sia di contenere le ripercussioni delle minacce alla sicurezza nel Sahel che di attivare l’Unione del Maghreb. Questo approccio rappresenta uno sviluppo positivo rispetto al conflitto in corso.

Ammettendo che la missione del suo inviato è quella di incoraggiare il Marocco e l’Algeria a normalizzare i loro rapporti, annunciando una nuova strategia che tenga conto degli eventi del Sahel e insistendo sull’Unione del Maghreb, Ban Ki-moon non fa altro che descrivere la situazione attuale e sottolineare che, nonostante gli sforzi, nessun progresso è stato finora raggiunto. Quindi, per fare ciò si rende necessario cambiare approccio.

Sembra che il ritorno di Ross nella regione, oggi,  venga visto sotto una luce diversa: l’equivoco con Rabat è ormai storia e gli sviluppi nel Sahel hanno investito anche il conflitto nel Sahara, impedendo così l’apertura di nuovi fronti nell’agenda destinata al consolidamento della stabilità regionale.

Le  nuove linee dettate dalle Nazioni Unite si basano sulle risoluzioni internazionali che hanno portato avanti una “soluzione politica”. Queste risoluzioni hanno consentito alle parti interessate di avviare un riavvicinamento, allo stesso tempo si è arrivati a una distensione nelle relazioni tra il Marocco e l’Algeria. I negoziati hanno incluso le due parti direttamente interessate, il Marocco e il Fronte Polisario, oltre ai moderatori, l’Algeria e la Mauritania. Ora, però, tutti i paesi del Maghreb sono coinvolti e incoraggiati a procedere con i negoziati.

È interessante notare che, Ban Ki-moon ha apertamente annunciato che la questione del Sahara è considerata nel quadro di una più ampia strategia per la regione del Sahel e che il problema consiste in un conflitto che “è di interesse per il Nord Africa” e non solo per le parti coinvolte. Questa apertura non è legata solo alle crescenti minacce alla sicurezza, ma anche alla possibilità che i paesi del Nord Africa giungano a una fusione economica e ad un coordinamento politico più globale.

C’è quindi una trasformazione nel trattare la questione del Sahara. Le Nazioni Unite hanno smesso di limitarsi a sponsorizzare una soluzione e hanno iniziato a mediarla.