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Un gay credente

Ludovic-Mohamed Zahed, a French-Algerian homosexual Muslim, poses in front of Paris MosqueDi Clair Rivière. Tel Quel (02/05/13). Traduzione e sintesi di Alessandra Cimarosti.

Da adolescente Ludovic-Mohamed Zahed è un salafista convinto. Desidera fare il pellegrinaggio alla Mecca e sposare quattro mogli legittime. A 17 anni però, il suo primo amore di chiama Jibril. Si ritrova quindi musulmano e omosessuale. Due caratteristiche contraddittorie a priori, che lo gettano in un turbinio schizofrenico che risolverà in circa venti anni.

Oggi, superati i 30 anni, Ludovic-Mohamed ha ritrovato una certa pace interiore. Dopo aver rotto radicalmente con l’Islam, ha finito per ritornare ad esso, convinto – in seguito ad un lungo studio dei testi sacri – che questa religione non proibisce l’omosessualità. “L’Islam non è un sistema totalitario fascista. Non si deve occupare della sessualità delle persone” afferma. “Per alcuni, l’Islam è diventato una ideologia politica. Per me, è prima di tutto spiritualità”.

Ludovic-Mohamed auspica ad una religione aperta e moderna, spurgata da scorie misogine. Un Islam non normativo, libero dal manicheismo halal/haram, che lasci libero sfogo allo spirito critico e che accetti il blasfemo, un Islam nel quale l’ijtihad non sia monopolizzato da ulema conservatori sostenitori del patriarcato.

Nato ad Algeri nel 1977, Ludovic-Mohamed Zahed si chiama Mohamed Lofti. Scegli il nome Ludovic in età adulta, quando ottiene la nazionalità francese. Arriva in Francia a 3 anni. Suo padre non praticante si occupa di commercio internazionale. Sua madre, più credente, è una casalinga prima di diventare un’estetista. In un quartiere popolare del 17 esimo arrondissement, il giovane ragazzo “vive un’ infanzia mista”: da una parte la madre lo ama in modo incondizionato, dall’altra suo padre lo minaccia e lo ignora e il fratello lo picchia per il suo aspetto “androgino e effeminato”. “Mi rompeva il naso, la mascella e mi faceva regolarmente gli occhi neri ripentendomi ‘Così impari ad essere un vero uomo’” così racconta nel suo libro “Il Corano e la Carne” (edizione Max Milo).

A 12 anni, durante le vacanze nel proprio paese, Ludovic-Mohamed scopre una nuova famiglia: quella dei salafisti d’Algeri. È catturato dalla fede e dalla pratica religiosa, impara metà Corano a memoria. La rottura invece, arriva 5 anni più tardi, quando diventa pienamente consapevole della sua omosessualità, in un momento in cui gli attentati islamisti insanguinano l’Algeria. La sua testa brulica di domande: “Perché è un crimine godere dei piaceri carnali che ci ha donato Dio?”.

Per vivere liberamente la sua sessualità Ludovic-Mohamed abbandona dunque l’Islam, dolorosamente. Poco più tardi scopre di essere sieropositivo. Secondo shock. Capisce che deve esternarlo. Suo padre reagisce dicendo “è così, abbiamo capito. Bisogna accettarlo come è”. Ludovic-Mohamed si butta a capofitto nello studio e nel lavoro, così come nell’attivismo. Crea un’associazione per la difesa dei giovani sieropositivi. Dopo aver flirtato con il Buddhismo, ritorna all’Islam e crea un’altra associazione con un nome esplicito “Omosessuali musulmani di Francia”.

Per far evolvere le mentalità e far uscire gli omosessuali musulmani dall’arretratezza e dall’isolamento nel quale spesso si trovano, Ludovic-Mohamed non esita a ricorrere ai media che scrivono largamente del suo matrimonio religioso. Infatti, nell’inverno del 2012, nella banlieue parigina, un amico imam celebra la sua unione con Qiyyam, suo marito, già sposato civilmente in Africa del Sud.

Attaccato sul piano teologico, Ludovic-Mohamed non se ne cura, risponde punto per punto con referenze storiche e scientifiche. Non gli hanno nemmeno risparmiato insulti, minacce di morte, accuse di essere una spia sionista, ma Ludovic-Mohamed continua per la sua strada per “aprire nuove prospettive ai musulmani”.

Ludovic-Mohamed ha creato in un centro islamico che preferisce far rimanere segreto, con la sua nuova associazione “Musulmani progressisti di Francia”, una moschea “inclusiva”, aperta ai gay, alle lesbiche, ai transessuali che spesso si sentono persone non gradite nei luoghi di culto classici. Attualmente sono circa una ventina di persone, omosessuali o etero, uomini o donne, neri o bianchi… con il comune denominatore del credo in Dio e Mohammed Suo profeta.

A chi gli domanda “perché scegliere la religione musulmana quando si è omosessuali?” lui risponde “perché scegliere la religione musulmana quando si è omofobi?”.

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