Di Kharshid Dalia. Al-Araby al-Jadeed (23/07/2017). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.
La scoperta da parte dell’agenzia turca Anadol di basi militari americane nel nord-est della Siria acquista un certo significato nel crescente clima di tensione tra i due Paesi, sulla base del continuo sostegno da parte dell’amministrazione americana verso i curdi. Ed è così che Ankara sembra procedere verso il capovolgimento dei tradizionali legami americano-turchi, in quanto aumenta il timore nel Paese che dietro l’appoggio americano ai curdi vi sia un piano non annunciato il cui fine ultimo è il riconoscimento di un’entità curda nella regione. Ne deriverebbe, quindi, la divisione della Turchia stessa anche se dalle intenzioni di Washington emerge come causa principale la guerra contro Daesh (ISIS).
In un simile contesto, la Turchia riconosce che il linguaggio diplomatico americano, che tenta di riconciliare l’alleato storico (Turchia) con il nuovo alleato curdo, ha una radice esclusivamente diplomatica, per evadere dalla richieste di Ankara e continuare secondo piani segreti. Ankara non potrà accettare un comportamento simile e spetta quindi a Washington scegliere se continuare la sua alleanza con i curdi o ritornare alla tradizionale alleanza con Ankara. Da qui, il rilevamento della base militare americana in Siria da parte di Ankara vuole essere un chiaro messaggio all’America di Trump con la minaccia di un’operazione militare contro la città di Afrin.
Aldilà del sostegno americano ai curdi, vi è un’altra questione piuttosto delicata che potrebbe far esplodere i rapporti tra i due Paesi: seguito dell’accordo tra America e Russia per il cessate il fuoco nel sud-ovest della Siria, è cresciuta la preoccupazione in Turchia in merito all’amministrazione Trump, soprattutto dopo l’annuncio della possibile conclusione di un secondo accordo che interessa la regione nord orientale della Siria, un’area particolarmente importante per la Turchia. Il timore è che tale accordo possa realizzarsi senza coordinamento con Ankara, portando al riconoscimento dell’entità curda prima su un piano di sicurezza e poi politico. Inoltre, tale accordo potrebbe influenzare negativamente l’avvicinamento turco-russo e le intese raggiunte ad Astana per rallentare le tensioni nelle regioni colpite dalla crisi. Tutto questo rappresenta un duro colpo all’influenza e al ruolo turchi in Siria.
Senza dubbio, lo stadio di divergenze a cui sono giunti i rapporti americano-turchi sollevano diversi timori in Turchia, specie se pensiamo alle politiche di Trump, tra cui gli slogan anti-Islam e le procedure di esclusione dal Paese contro i musulmani, oltre alla considerazione della Fratellanza Musulmana come un’entità terroristica.
Per concludere, si preannunciano risvolti drammatici nelle relazioni della Turchia con l’Occidente (da intendere come America e Europa) che potrebbero emergere in un riposizionamento dei legami se non, in alcuni casi, in delle vere e proprie rotture.
Kharshid Dalia è uno scrittore curdo-siriano. Nel 1999 ha pubblicato il libro: “La Turchia e le questioni di politica estera”.
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