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Turchia-Russia: il trionfo del pragmatismo

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L'accordo sul "Turkish Stream" suggella la riappacificazione tra Turchia e Russia

Di Hani Shadi. As-Safir (14/10/2016). Traduzione e sintesi di Silvia Lobina.

Lo scorso 10 ottobre Russia e Turchia hanno sottoscritto alla conferenza Mondiale per l’Energia l’accordo sul progetto del gasdotto “Turkish Stream” per il trasporto di gas in Turchia e da lì in Europa. Si presume che il progetto sarà avviato nel nuovo anno, in modo da essere pronto nel 2019. I due presidenti si avviano alla riconciliazione, dopo le tensioni createsi per via la crisi siriana e intensificatasi a causa dell’abbattimento ad parte di Ankara di un aereo russo nell’autunno del 2015.

Con il nuovo gasdotto, i russi puntano ora al trasporto della stessa quantità di gas che era stata prevista per il progetto “South Stream”, arrestatosi a causa dell’opposizione dell’Unione Europea. Ankara, dal canto suo, punta al trasporto di gas all’interno e attraverso i suoi confini, un’occasione che renderebbe la Turchia un mediatore ad ampio raggio nella vendita di gas russo.

Non vi è dubbio che le motivazioni della ripresa delle relazioni da parte di Russia e Turchia mirino a normalizzare gli assetti politici ed economici correlati. La Turchia è stato uno dei grandi perdenti di fronte all’intervento militare russo in Siria e al cambiamento dell’assetto delle forze in campo, in cui lo spazio aereo siriano ha continuato ad essere impraticabile per la forza aerea turca. Erdogan a tal proposito aveva espresso rimostranze sulla posizione degli Stati Uniti e il diretto intervento militare russo in Siria, da allora senza riuscire a riappacificare le relazioni con Mosca.

La riconciliazione russo-turca ha già facilitato al capo di Stato turco l’avvio dell’operazione militare “Scudo dell’Eufrate” nel nord della Siria e ha permesso di andare oltre le sanzioni economiche che Mosca aveva imposto ad Ankara a seguito dell’incidente aereo. Tali sanzioni, infatti, avevano influenzato negativamente numerosi settori dell’economia turca – tra cui il turismo, l’edilizia e le esportazioni alimentari – e allo stesso tempo avevano avuto ripercussioni sulla stessa Russia, con l’aumento dei prezzi di frutta e verdura dovuto alle sanzioni sui prodotti turchi.

Lo scorso mese di agosto, la visita del presidente turco a San Pietroburgo ha messo fine alla tensione tra i due paesi e ora la visita di Putin in Turchia in occasione della Conferenza Mondiale sull’Energia ha suggellato la loro riconciliazione pragmatica, una riconciliazione in cui gli interessi vanno oltre le posizioni di contrasto delle due parti sulla questione siriana e basata presumibilmente su un accordo tacito in merito alla divisione delle rispettive sfere di influenza di questo teatro di guerra.

Hani Shadi è un giornalista di As-Safir.

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