
I due artisti erano stati interpellati violentemente nella notte del 22 agosto dopo un concerto ad Hammamet. I poliziotti avevano stimato che i testi erano stati offensivi rispetto ad alcuni funzionari, delitto che viene punito con la prigione in Tunisia. “Il giudizio è ad esecuzione immediata”, precisa il loro avvocato, “e i due musicisti possono quindi essere incarcerati da un momemto all’altro”.
“Questo processo ha avuto luogo senza che ricevessimo una convocazione(…) parlerò con i miei clienti per opporci a questo giudizio ma questa condanna mostra che l’accanimento contro la libertà artistica e di espressione continua”, ha dichiarato l’avvocato Ghazi Mrabet.
Il rapper Ala Yaacoubi, alias Weld el-15, era già stato condannato in prima istanza a due anni di prigione prima che la sua pena fosse ridotta in appello a 6 mesi con la condizionale per la canzone “Boulicia Kleb” (I poliziotti sono dei cani).
“E’ una vendetta (…) le autorità non hanno capito che queste questioni devono suscitare un dibattito pubblico e non dei processi e la persecuzione permanente dei rappers”, si indigna Thameur Mekki, che dirige il comitato di sostegno a questi musicisti. “Ci organizzeremo, ci mobiliteremo con le organizzazioni per la difesa dei diritti umani e delle libertà artistiche”.
Durante il concerto del 22 agosto, i due rappers non hanno cantato “Boulicia Kleb” ma altri pezzi, alcuni dei quali datavano dell’epoca dell’ex presidente destituito dalla rivoluzione del 2011, Zine el-Abidine Ben Ali. La polizia era allora considerata come strumento di repressione contro ogni forma di critica al regime. “Questi pezzi sono critici e sfidano i poliziotti”, dice Thameur Mekki.