Lakome (18/02/12) Il Ministero della Salute tunisino ha ricordato i pericoli della mutilazione genitale femminile, in seguito alle polemiche avvampate per le dichiarazioni e le posizioni del predicatore egiziano ElSheikh Wugdi Ghoneim. Il Ministero ha affermato che “le operazioni di mutilazione genitale femminile sono pratiche condannate e non appartenenti alla cultura e ai costumi tunisini”. Abd Latif AlMakki del partito “Ennahda” ha affermato che le pratiche “non sono necessarie per la salute, diversamente da quanto accade per la circoncisione maschile, e inoltre la mutilazione impedisce il naturale funzionamento del corpo e causa complicazioni immediate e permanenti alla salute della donna”. La sua posizione si allinea con quella delle associazioni internazionali come l’OMS, l’UNESCO, l’UNICEF, l’UNHCR che nel 2008 avevano adottato una posizione di condanna “alle amputazioni parziali o totali dei genitali femminili per scopi non terapeutici”.
Traduzione di Alessandra Cimarosti