Asharq al-Awsat (28/09/2013). Il governo islamista tunisino ha accettato di dimettersi dopo le negoziazioni con l’opposizione laica che avranno inizio la prossima settimana. L’obiettivo è formare un’amministrazione ad interim in vista delle elezioni.
Le negoziazioni intendono porre fine a settimane di crisi in cui sono stati coinvolti il governo a guida islamista e l’opposizione laica che hanno minacciato la transizione democratica del paese nord-africano.
Il potente sindacato tunisino UGTT, mediando tra le due parti, ha proposto al partito islamista Ennahda di accettare tre settimane di negoziazioni dopo le quali dovrebbe dimettersi e lasciar posto a un’amministrazione ad interim e fissare una data per le nuove elezioni.
Secondo un funzionario di Ennahda, il partito ha accettato il piano senza porre condizioni per tenere il Paese fuori dalla crisi politica che è scoppiata nel mese di luglio quando, dopo l’uccisione di un leader dell’opposizione da parte di presunti militanti islamisti, quest’ultima è scesa in piazza per chiedere al governo di fare un passo indietro.
Da quando Ben Ali è stato rovesciato, la Tunisia si è divisa sul ruolo politico dell’Islam. L’opposizione, di fatto, accusa Ennahda di imporre un’agenda islamista in una delle nazioni più laiche del mondo musulmano.
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