“Trump e il crollo dell’ordine internazionale”: Davutoğlu lancia l’allarme su un ritorno all’imperialismo

In un intervento fortemente critico, l’ex premier turco Ahmet Davutoğlu analizza le conseguenze del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, sostenendo che la sua politica estera rappresenta una minaccia esistenziale per l’ordine internazionale multilaterale costruito con fatica nei secoli.

Un terremoto sistemico nell’ordine globale

Davutoğlu definisce l’attuale fase storica un vero e proprio “terremoto sistemico”, aggravato da una seconda presidenza Trump ancora più caotica della prima. Secondo l’autore, Trump ha scosso le fondamenta stesse dell’ordine internazionale – un sistema costruito, a partire dalla Pace di Westfalia, su secoli di guerre e mediazioni.

Con atti unilaterali, retorica incendiaria e disprezzo per i trattati, Trump ha scelto di abbandonare o violare numerosi accordi internazionali, minando il principio giuridico di pacta sunt servanda (“i patti devono essere rispettati”), alla base del diritto internazionale.

Verso un neo-imperialismo competitivo

L’autore sostiene che Trump mira a smantellare l’ordine post-Seconda guerra mondiale, sostituendolo con una nuova era di concorrenza neocoloniale. Le sue provocazioni – dal voler annettere la Groenlandia alla minaccia di trasformare il Canada nel 51° stato americano – indicano, secondo Davutoğlu, una visione neo-imperialista del mondo, in cui il potere prevale sul diritto.

Declino delle istituzioni multilaterali

L’attacco di Trump contro le istituzioni internazionali è diretto e sistematico. Bypassa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, promuove un “P2” tra Stati Uniti e Russia che ricorda la Guerra Fredda, e mina agenzie fondamentali come l’UNESCO, l’UNRWA, l’OMS e il Consiglio ONU per i Diritti Umani (UNHRC).

Trump, scrive Davutoğlu, ha rifiutato lo spirito dell’umanesimo post-bellico incarnato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, cercando invece di trasformare il Consiglio di Sicurezza in un’arena di sopraffazione.

Fine della Pax Americana?

Davutoğlu contrappone il progetto originario della Pax Americana – basata su istituzioni multilaterali, alleanze militari come la NATO e un’economia globale fondata sul libero scambio – alla nuova visione trumpiana: autoritarismo tecnologico e intimidazione globale.

Episodi come l’umiliazione pubblica del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono, secondo l’autore, parte di una strategia deliberata di shock e paura, per sottomettere gli altri leader a un ordine mondiale regressivo.

Una crisi che nasce da lontano

L’autore sottolinea che questo declino non è solo colpa di Trump: la discontinuità strategica della politica estera americana dopo la Guerra Fredda – da Bush padre a Biden – ha contribuito a questa erosione. Ogni presidente ha adottato dottrine divergenti, lasciando il campo a leader come Trump, che incarnano oggi un nazionalismo cristiano autoritario sostenuto da tecnologie avanzate.

Una scelta epocale: Cesare o Marco Aurelio?

In chiusura, Davutoğlu propone una metafora potente: gli Stati Uniti (e il mondo) si trovano davanti a una scelta tra l’autoritarismo alla Cesare e la saggezza alla Marco Aurelio. Egli ricorda una sua lezione del 2002 a Princeton, in cui aveva avvertito del pericolo di un leader americano militarista e accentratore. Confessa di aver sperato che Barack Obama incarnasse la figura di un “Marco Aurelio moderno”, ma di essere rimasto deluso.

L’alternativa, afferma, è tra chi governa con potere brutale e chi guida con filosofia, equilibrio e rispetto del diritto internazionale. Una scelta che riguarda non solo l’America, ma ogni nazione – dalla Turchia all’Argentina.

Fonte: Ahram Online (4 aprile 2025)

🔗 https://english.ahram.org.eg/NewsContent/4/0/544011/Opinion//Trump’s-Old-World-Order.aspx

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