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Tre battaglie per determinare il fato del Levante arabo

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Le grandi potenze cercano di definire il destino delle zone arabe senza tener conto degli interessi delle popolazioni sfruttando le forze in conflitto presenti sul campo per perseguire le proprie strategie

L’opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (09/11/2016). Traduzione e sintesi di Federico Seibusi.

Dopo l’inizio dell’importante campagna irachena intrapresa per riconquistare la città di Mosul, le Forze Democratiche Siriane, fazione principalmente composta da curdi appartenenti al Partito dell’Unità Democratica (PYD) appoggiata dagli Stati Uniti, hanno dichiarato di aver iniziato da alcuni giorni una campagna parallela in Siria per la conquista di Raqqa, seconda città sotto il controllo del sedicente Stato Islamico dal 2013, al fine di eliminare le fortezze principali del regime estremista.

Nel frattempo, le truppe della coalizione occidentale sono preoccupate dai grandi preparativi via terra e via mare da parte delle forze russe e dalla mobilitazione di truppe da parte del regime siriano e delle milizie sciite affiliate all’Iran, che mirano a riconquistare definitivamente Aleppo, dopo aver dato un ultimatum alle fazioni dell’opposizione siriana prima che cominci l’ultima offensiva sui territori liberati di recente che il regime e i suoi alleati faticano a riconquistare.

L’aspetto in comune fra queste tre battaglie è che queste grandi potenze cercano di definire il destino delle zone arabe senza tener conto degli interessi delle popolazioni e utilizzano le forze in conflitto presenti sul campo per perseguire principalmente i loro programmi. Un altro elemento da considerare è che queste potenze mondiali appoggiano la permanenza dei regimi arabi, causa di tutti i disastri avvenuti attualmente, ma che differiscono, in particolare nella situazione siriana, riguardo al periodo di permanenza di Bashar al-Assad. Mentre la Russia vuole confermarlo malgrado le sue responsabilità nella enorme catastrofe sofferta dal paese; l’attuale amministrazione degli Stati Uniti vuole che lasci il potere dopo un periodo specifico su cui ci si deve accordare. D’altronde, si prevede che questa disputa si risolverà in favore della Russia visto il successo ottenuto dal candidato repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali americane.

La disputa fra Mosca e Washington è connessa strettamente con gli effetti dei metodi russi utilizzati a Aleppo, in quanto il regime siriano e gli alleati supportati dall’Iran radono al suolo la città sulle teste degli abitanti. Da parte sua, Washington si aspetta che l’enorme numero di morti e sfollati porti al risentimento dei suoi alleati arabi e islamici sui quali si riflette lo stallo siriano, a causa del peso dei rifugiati e del sentimento di oppressione delle popolazioni che si aggiunge al rischio di un aumento dell’estremismo.

Inoltre, il costo politico globale dell’abbandono definitivo del progetto politico siriano e iracheno per sfuggire dalla tirannia, attraverso il quale si sta pagando un prezzo enorme in termini di morti, profughi e decine di città ridotte in polvere, rappresenta un fardello enorme per tutto il mondo poiché significa la fine della speranza di un cambiamento nel mondo arabo e l’imposizione degli interessi di Israele; dell’Iran che imporrà la sua influenza settaria sul Levante; e dei tiranni che considereranno l’accordo fra Russia e Stati Uniti un’autorizzazione a governare i popoli con la forza.

È probabile, che alla luce della linea perseguita dagli USA, si verrà a creare un nuovo stato curdo fra Iraq e Siria, sotto la guida dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) per mettere pressione alla Turchia. Inoltre, l’influenza sui paesi della regione e la formazione di un altro ponte attraverso Israele dall’est asiatico al Mediterraneo e l’avvento di grandi cambiamenti demografici che causano profughi e sfollati di milioni di arabi sunniti dalle loro città e dalle loro regioni, sono realtà che stanno prendendo forma in Siria e in Iraq.

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