Di Joël Bronner. Rue89 (09/10/2013). Traduzione e sintesi di Maryem Zayr.
I talebani pakistani hanno tentato di assassinare Malala Yousafzai. La ragazza di 16 anni diventata un’icona della lotta per l’istruzione, al punto da essere candidata al Premio Nobel per la Pace, che si assegnerà venerdì 11 ottobre.
In Pakistan, suo paese natale, molti hanno trovato già troppo eccessivo il titolo della “ragazza più coraggiosa del mondo”, come l’aveva presentata l’ex primo ministro britannico Gordon Brown lo scorso luglio alle Nazioni Unite.
Nonostante la sua lotta per l’educazione, la figura di Malala non è mai stata accettata in modo unanime nelle scuole pakistane. In una scuola pubblica a Peshawar che accoglie circa 2500 studenti dai 3 a 20 anni, l’insegnante Shaista Noor, ha espresso apertamente i suoi dubbi: “Sono abbastanza scettica per quanto riguarda Malala. Mi chiedo se la ragazza ritratta dai media sia la vera Malala, sperando sempre che si tratti della stessa persona che è stata aggredita. Non avevo mai sentito parlare di lei e improvvisamente si trova sotto i riflettori. ”
Noorshad ha 15 anni, e grazie ad una borsa di studio dell’ONG, lascia il Nord-Waziristan per andare a studiare a Peshawar, la grande città più vicina. Con un sorriso intimidito dice:
“Malala per me è un modello da seguire, ma alcuni dei miei compagni di classe hanno un parere negativo su di lei. Immaginano che la lotta per l’istruzione delle ragazze è una sorta di bravata condotta dall’ambasciata degli Stati Uniti e dalla CIA”.
Il vice-preside della stessa scuola dichiara dal canto suo che “all’interno delle popolazioni più tradizionali come i pashtun, la maggior parte delle donne rimangono tradizionalmente a casa e se vogliono uscire devono essere accompagnate da un uomo. Mandare le ragazze e le donne nelle scuole può quindi essere visto come una disgrazia dalla società”.
Le teorie del complotto che coinvolgono la CIA, che interverrebbe nella classe politica, sono sottolineate da alcune immagini che ritraggono la ragazza e suo padre durante un incontro con Richard Holbrooke, allora inviato speciale degli Stati Uniti nella regione, in cui Malala chiede un aiuto per l’istruzione delle bambine.