Al-Jazeera (26/03/2015). Traduzione e sintesi di Silvia Di Cesare.
L’operazione “Tempesta Decisiva” è iniziata con i primi raid degli aerei sauditi contro le roccaforti del gruppo Houthi in Yemen. ُTutti gli stati del Golfo – tranne l’Oman- sono entrati a far parte della coalizione che si prevede si allargherà con il passare del tempo.
Fino ad ora sono 185 gli aerei da combattimento impegnati nelle operazioni, tra questi vi sono 100 aerei dell’Arabia Saudita, che ha anche mobilitato 150mila combattenti e unità navali che sono pronti a partecipare nel caso in cui l’operazione militare si dovesse evolvere.
Oltre agli aerei sauditi hanno partecipato alla missione gli Emirati Arabi Uniti, con 30 caccia,il Kuwait e il Bahrain con 15, il Qatar con 10,la Giordania e il Marocco con 6 e il Sudan con 3.
Egitto, Giordania, Pakistan e Sudan hanno confermato la loro disponibilità a partecipare a delle operazioni di terra, qualora ce ne fosse bisogno, mentre gli Stati Uniti hanno messo a disposizione supporto logistico e la sua intelligence per l’azione militare del Golfo nello Yemen.
Il ministero degli Esteri egiziano ha annunciato in un comunicato che “la Repubblica araba darà il suo sostegno politico e militare per il passo preso dalla coalizione internazionale per sostenere il governo legittimo dello Yemen, in risposta a una sua richiesta”.
Ad Amman una fonte ufficiale del governo ha dichiarato che la partecipazione della Giordania alle operazioni è coerente con il legittimo sostegno allo Yemen e alla sua stabilità, in ottemperanza delle relazioni storiche che legano la Giordania all’Arabia Saudita e agli altri stati del Golfo, i quali “danno un forte valore strategico alla sicurezza e alla stabilità”.
L’obiettivo delle operazioni è, come affermato nella dichiarazione del Consiglio di Cooperazione del Golfo, soddisfare la richiesta del presidente yemenita Hadi per “proteggere lo Yemen e il suo popolo dalla continua aggressione degli Houthi, per scoraggiare qualsiasi attacco contro la città di Aden o delle altre città del sud del Paese e per aiutarlo a far fronte alle minacce di Al-Qaeda e di Daesh”.
I primi bombardamenti avrebbero colpito basi militari e palazzi istituzionali a Sana’a. Si prevede che l’attenzione della colazioni internazionale si concentrerà su altri siti controllati dagli Houthi di supporto logistico o per le comunicazione, per distruggere la possibilità che il gruppo dei ribelli sciiti diventi una vera minaccia per lo Stato.
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