“Storia di un jihadista” di Franco Rizzi

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storia di un jihadista franco rizziQual è la molla che scatta nel cuore e nella mente di migliaia di ragazzi arabi e non e che li conduce ad abbracciare la causa jihadista? È un interrogativo che negli ultimi tempi si è fatto sempre più frequente nell’opinione pubblica occidentale e che ha portato studiosi e osservatori del mondo islamico ad affrontare la tematica nelle sue molteplici sfaccettature sociologiche, religiose e, non ultime, anche economiche. Soprattutto alla luce dei reiterati attacchi che i gruppi jihadisti stanno portando al sempre più vulnerabile mondo occidentale.

E a questi interrogativi prova a rispondere anche il lavoro di Franco Rizzi, già professore ordinario di Storia dell’Europa e del Mediterraneo presso l’Università Roma Tre e segretario generale di Unimed, l’Unione delle Università del Mediterraneo. “Storia di un jihadista”, edito da Castelvecchi, è un romanzo nel quale si fondono elementi di fantasia con forti richiami alla realtà del mondo arabo e musulmano, in particolare nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.

È la storia di Aisha, giovane donna tunisina appartenente ad una famiglia benestante, laica e dalla mentalità aperta e progressista, che si trasferisce in Spagna per motivi di studio e lavoro e dove inizia la convivenza con Miguel, giornalista specializzato in tematiche mediorientali. La vita di Aisha viene sconvolta dalla scomparsa del fratello Khalid che, dopo un rapido processo di radicalizzazione maturato all’interno della moschea frequentata a Tunisi, si trasferisce in Siria per arruolarsi nelle milizie dell’Isis e dedicare la propria vita alla causa jihadista.

Aisha non riesce ad accettare la scelta radicale del fratello e decide di intraprendere il viaggio verso la Siria, ben consapevole dei rischi e dei pericoli che tale missione comporta, nel tentativo di convincere Khalid a tornare indietro e riprendere la sua normale vita a Tunisi. Ma quale era la vita di Khalid a Tunisi? E quali sono stati i motivi che lo hanno spinto verso la radicalizzazione? Il giovane non ha mai accettato la scelta “occidentale” della sorella, che si è allontanata dai valori della tradizione islamica ed ha sempre rifiutato, disgustato, la vita troppo libertina del padre e la remissività della madre di fronte ai tradimenti del marito. Insomma Khalid trova nella fede radicale e nel progetto del sedicente Stato Islamico una chiave di vendetta rispetto ad una vita priva di valori di riferimento, una modalità per rendersi finalmente protagonista della sua esistenza che, a suo giudizio, non era abbastanza importante per la sua famiglia.

Al contrario, invece, la drammatica decisione di Aisha di affrontare i pericoli del viaggio in Siria dimostrerà quanto profondo sia stato l’amore della sorella per Khalid. Un amore che porterà la giovane donna a sperimentare e vivere l’inferno della segregazione operata dai miliziani dell’Isis nei confronti delle donne, la crudezza delle esecuzioni di massa, la violenza gratuita nei confronti di chiunque non si professa soldato di Allah.

Il romanzo, che a tratti acquista i connotati di un compendio storico sulle vicende che hanno caratterizzato il mondo arabo e musulmano negli ultimi anni, tenta di dare una chiave di lettura e di interpretazione sulle drammatiche scelte che portano migliaia di giovani ad immolarsi nel nome di Allah.

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