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Siria: Russia “Assad resta”

Al-Sharq al-Awsat (16/10/2012). In un recente documento redatto dal capo dei servizi segreti siriani, di stanza presso l’ambasciata a Mosca, si legge che il governo russo vede la crisi nel paese arabo come un’opportunità per riconfermare il suo ruolo nella regione e tornare in Medio Oriente.

La posizione di Mosca  è stata confermata dal ministro degli esteri francese Laurent Fabius che, in una conversazione con la sua controparte russa Sergej Lavrov, lo ha sentito ammettere che “Assad resta, non se ne andrà mai”. Inoltre, anche il segretario di Stato per gli affari esteri britannico William Hague ha dichiarato che la Russia si fa sempre più intransigente.

In precedenza, il governo russo aveva tentato di trovare una soluzione al problema proponendo le dimissioni di Assad, ma lo scopo era solo quello di mantenere i propri “interessi” in Siria, come ad esempio l’accesso al Mediterraneo tramite il porto di Tartus.

Quindi, davvero questo significa che Assad non se ne andrà mai? Certo che no, malgrado le dichiarazioni di Lavrov. Il presidente Putin, e lo stesso Lavrov, sanno che il regime di Bashar ha i giorni contati e potrebbe non sopravvivere oltre la metà del 2013, anche se questo vorrà dire la morte di altri 50.000 siriani.

Non è facile per gli stati stranieri decidere le sorti di un’altra nazione. I fatti attuali stanno creando un nuovo Medio Oriente. La domanda da farsi è questa: la Russia avrà interesse per questo nuovo ordine? C’è da dire che il governo russo ha scelto il sentiero peggiore per ricollocarsi nella regione, alleandosi con Siria, Iran ed Hezbollah e così spingendo i governi locali verso Occidente.

Articolo di Abdul Rahman Al-Rashed

Traduzione di Roberta Papaleo