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Siria: Obama non vuole agire da solo

Asharq Al-Awsat (17/05/2013).

Durante una riunione tenutasi ieri alla Casa Bianca sulla necessità di porre fine alla tirannia in Siria, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il primo  ministro turco Recep Tayyip Erdoğan hanno promesso di incrementare la pressione sul presidente siriano Bashar al Assad, senza proporre però nuove misure per farlo.

Ha detto «Siamo d’accordo sul fatto che Assad se ne vada e sul fatto di poter lavorare sulla creazione di una Siria libera dal regime di Assad e lontano da estremisti».

Gli Stati Uniti continuano a indagare sull’uso di armi chimiche in Siria e “da ciò dipenderanno i nostri prossimi passi”. Pur mantenendosi cauto su un possibile intervento in Siria, Barack Obama ha ieri ribadito la “linea rossa” che potrebbe cambiare la posizione degli Stati Uniti: l’uso di armi chimiche appunto. La Turchia sostiene di avere in mano le prove dell’uso di tali armi da parte del regime di Assad.

Intanto in Siria si continua a morire; anche ieri combattimenti e vittime in tutto il Paese. Cresce anche la tensione con la Turchia, dove l’attentato di sabato a Reyhanli, 48 morti, ha innescato la protesta della popolazione locale contro le decine di migliaia di profughi e disertori siriani.

Il ministro turco Erdogan ha detto che il suo paese è in accordo con gli Stati Uniti perché Assad lasci il regime. Sostiene l’opposizione e si vuol evitare di trasformare la Siria in un rifugio per il terrorismo.

Il presidente francese Francois Hollande, dice che è necessario perseguire una politica per raggiungere l’equilibrio militare tra il regime e l’opposizione per facilitare una soluzione politica. Ha detto che deve convincere la Russia che Assad si dimetta.

Traduzione di Teresa Uomo

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