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Siria: giornalista inglese accusa ribelli: ‘Hanno teso trappola’

Elaph (09/06/2012). Lo storico inviato Alex Thomson, che lavora per la tv britannica Channel 4, ha dichiarato che alcuni ribelli siriani avrebbero tentato deliberatamente di mettere a rischio la vita sua e della sua troupe. Questo sarebbe avvenuto esponendo il giornalista al fuoco delle forze di sicurezza siriane, nel tentativo di far nascere un nuovo caso a conferma della loro cattiva reputazione. Stando al suo resoconto, si tratterebbe di “un piccolo gruppo di militari del Libero esercito siriano” che dirigendo l’automobile su cui viaggiavano lui e i suoi collaboratori, li avrebbe condotti verso “una free-fire zone”, ovvero un’area dove è ammesso aprire il fuoco pur senza riceverne l’ordine dall’alto. Il giornalista ha spiegato l’accaduto come una trappola, “poiché i giornalisti morti fanno comodo per mettere in cattiva luce il regime”. Thomson ha descritto lo scenario siriano come “una guerra in cui vengono sacrificati bambini in modi atroci”, chiedendosi “perché esporre un gruppo di giornalisti al rischio concreto di essere uccisi? Non c’erano motivi personali dietro”.

 

La troupe era seguita dall’automobile delle Nazioni Unite, ma quando i ribelli hanno bloccato la strada, il gruppo di Channel 4 è rimasto in un punto morto dove “membri delle milizie ci hanno circondati gridando contro di noi”. L’episodio risale a una settimana fa e nel frattempo Alex Thomson è tornato in Gran Bretagna. Il giornale The Guardian ha descritto il giornalista come “un inviato molto affermato, che da più di vent’anni segue i conflitti intorno al mondo, e usa i social network per condividere nel dettaglio i frutti del suo impegno”.