Un tempo era il paradiso degli amanti dello snorkelling provenienti da tutto il mondo e in testa alle classifiche balneari di turisti inglesi, russi e italiani. Denominata la città della pace, la meta marittima situata nella punta più a sud della Penisola del Sinai è stata considerata il cuore dello sviluppo dell’industria del turismo fin dagli anni Settanta, quando Ernesto Preatoni, o “l’ ideatore di Sharm El Sheikh”, costruì il resort più grande del Medio Oriente, il Domina Coral Bay.
Ma adesso il turismo nella cittadina sul Mar Rosso è in profonda crisi. Ad agosto di quest’anno i turisti sono stati 503.000 rispetto ai 915.000 dello stesso periodo dello scorso anno, un calo del 47% in soltanto dodici mesi. Un tracollo cominciato con la rivoluzione del 2011 questo, che ha raggiunto il culmine con l’abbattimento del velivolo russo partito da Sharm e con l’uccisione del ricercatore italiano Giulio Regeni. Ma ieri, durante la conferenza nazionale giovanile proprio a Sharm El Sheikh, il Presidente Al-Sisi ha voluto dare speranza ai giovani egiziani, sottolineando che saranno loro stessi il futuro del Paese. Ed ha anche affermato: “Sono uno di voi. Ho vissuto per più di dieci anni con solo acqua nel frigorifero e non mi sono mai lamentato”. I commenti negativi su Twitter non si sono fatti attendere da parte dei giovani stessi, che faticano a farsi strada in un Paese distrutto dalla crisi economica e da una altissima disoccupazione. Il 27,8% della popolazione, secondo i dati ufficiali del governo, vive in condizioni di povertà, e il Paese sta attraversando la peggiore crisi degli ultimi decenni con un aumento costante del debito interno ed estero.
Ma qualche consolazione è arrivata a partire proprio dal nostro Paese. La scorsa settimana il ministro del Turismo egiziano Mohammed Rashid, durante la fiera TTG incontri sul turismo a Rimini, ha annunciato un piano di incentivi verso l’Italia che prevede tremila dollari di investimenti per i voli charter e seimila dollari per i voli di linea. La compagnia aerea Blue Panorama ha annunciato la volontà di firmare un contratto la prossima settimana per aumentare il numero di voli verso il Paese dei faraoni. Inoltre l’amministratore delegato del tour operator Tui Italia si è incontrato con il ministro del Turismo egiziano e ha sottolineato la necessità di riattivare l’interesse culturale verso l’Egitto. E i segnali positivi sono arrivati anche da più lontano. Quattro compagnie aeree russe hanno fatto domanda per operare voli tra Russia ed Egitto e sono trenta le aziende britanniche che hanno dato il via al Travel Industry Egypt Advisory Group, un gruppo di lavoro che si è incontrato con il governo britannico per convincerlo ad eliminare lo stato di allerta sulla cittadina del Sinai, dichiarandosi penalizzato rispetto agli operatori tedeschi ed altri europei che sono invece stati autorizzati a volare su Sharm.
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