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Sessant’anni di storia palestinese in fotografia

Zoom 4 dic archivio foto storia palestinaElaph (30/11/2013). Traduzione e sintesi di Laila Zuhra.

L’UNRWA, agenzia delle Nazioni Unite istituita nel 1949 per fornire soccorso ai profughi palestinesi strappati alle loro case all’indomani della fondazione d’Israele nel 1948, ha svelato un tesoro fatto di foto e filmati realizzati nel corso di oltre sessant’anni che racchiudono la memoria collettiva di quei palestinesi che hanno abbandonato il loro Paese o sono stati costretti all’esilio.

L’Agenzia ha avviato un processo di digitalizzazione del materiale per preservarlo dal deterioramento a cui stava andando incontro, facendone una mostra dal titolo “Il lungo viaggio”, esposta al Ma’mal Centre nella Città Vecchia di Gerusalemme. Un archivio di oltre mezzo milione di negativi, stampe fotografiche, diapositive, filmati e videocassette che catturano la quotidianità di uomini, donne e bambini palestinesi nei campi profughi sparsi in tutto il Medio Oriente, inserito sin dal 2009, per il suo valore storico e culturale, nel registro “Memoria del mondo” dell’UNESCO.

Filippo Grandi, Commissario generale dell’UNRWA, lo ha definito come “un progetto importante per la storia della Palestina e dei palestinesi che possono così tutelare e conservare la loro identità”, affermando che “rappresenta un contribuito alla costruzione di un patrimonio nazionale, […] che aiuta i palestinesi in diaspora a mantenere vive le loro radici”.

L’ex fotografo dell’Agenzia, il libanese George Nehmeh, ha realizzato un breve film documentario appositamente per la mostra: “Ogni fotogramma del documentario è l’istantanea di un pezzo di storia indelebile del Medio Oriente”.

Insieme alla questione di Gerusalemme, dei confini e della costruzione di insediamenti coloniali, quella dei profughi rappresenta uno dei principali ostacoli al raggiungimento di una pace tra Israele e i palestinesi, i quali insistono sulla necessità di risolvere il problema in base della risoluzione 194 del Consiglio di Sicurezza che sancisce il principio del “diritto al ritorno”.

Durante l’inaugurazione della mostra, Hanan Ashrawi, membro del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha affermato che si tratta di “una questione di estrema importanza, incarnazione dell’intera causa palestinese” e che “i profughi devono poter scegliere di ritornare, Israele deve ammettere le sue colpe e riconoscere la nostra versione dei fatti e i nostri diritti”.

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