Syria Direct (19/06/2014). Traduzione di Claudia Avolio.
Si sono allineati all’altro lato del confine, esausti, portando con sé quel che resta dei loro averi in piccole buste di plastica. Alcuni invece non hanno nulla. In quest’angolo di Giordania nordoccidentale, l’unica linea di demarcazione che separa il regno hascemita dalla Siria è un muro di sabbia che si erge forse per un metro e mezzo.
Fin dove la vista riesce a spingersi, quel che appare è solo inesorabile deserto. I siriani sono rimasti in silenzio, in attesa che i soldati giordani dessero il segnale. Infine, hanno oltrepassato il confine: con l’aiuto dei soldati e dei rappresentanti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), decine di persone – soprattutto donne e bambini – hanno varcato la barriera di sabbia e così lasciato la Siria.
Apparivano in stato di shock, avendo trascorso interi giorni per arrivare dove si trovavano ora. Alcune donne si sono accasciate in silenzio, piangendo, sottraendo i loro volti agli obiettivi che le riprendevano. L’UNHCR ha garantito loro cibo ed acqua dopo il periglioso viaggio. I soldati giordani, intanto, trasportavano il gruppo di siriani verso l’accampamento dell’UNHCR: qui rimarranno finché non saranno trasferiti al campo di Azraq.
Solo questo giovedì 19 giugno, Syria Direct ha assistito all’ingresso in Giordania di circa 500 siriani, in diversi punti lungo il confine con la Siria. Le scene negli scatti fotografici riprendono una giornata al confine tra Siria e Giordania. Halima, col velo blu attorno al volto, è venuta qui coi suoi 9 bambini e suo marito da un villaggio fuori Aleppo. Ci sono voluti alla famiglia 9 giorni per arrivare in Giordania.
“Dovevamo uscire – lì ci stanno uccidendo,” dice riferendosi alle forze del presidente Bashar al-Assad. Ha visto cadere i barili bomba e la sua casa distrutta. “Non c’è rimasto niente,” dice ancora, con la voce a singhiozzo.
Guarda le foto della giornata scattate da Ajmad Tadros nell’articolo originale