Marocco News Società Zoom

Save Casablanca!

Di Hicham Oulmouddane. Telquel (03/03/2014). Traduzione di Alessandra Cimarosti.

Un gruppo di cyber-sentinelle ha denunciato, con l’aiuto di foto, i mali che affliggono Casablanca. In pochi mesi la loro presenza sui social network è molto cresciuta. Inciviltà, distruzione del patrimonio, strade impraticabili: gli abitanti di Casablanca sono stufi e lo fanno sapere. Esprimono la propria collera attraverso Save Casablanca, un gruppo nato su internet e sui social network per denunciare ciò che non va. Il cittadino che si imbatte in un disagio fa una fotografia, e la commenta. Semplice ed efficace.

“Abbiamo lasciato fare per troppo tempo”, scrive Mouna Hachim, fondatrice di questo movimento cittadino. “Sono anni che la città è nel pieno caos e nell’anarchia. Ho deciso di creare, con un gruppo di amici, una pagina Facebook per denunciare questo menefreghismo”.

Creata ad ottobre del 2013, questa pagina ha oggi più di 17.000 seguaci. Il gruppo è cresciuto talmente tanto che ha bisogno di tre amministratori che gestiscano la pagina Facebook, Twitter e un blog. Un successo che ha attirato l’attenzione dei media: “I cittadini sono diventati una fonte di informazione per i media”, sottolinea Mouna Hachim. In pochi mesi, Save Casablanca è diventato un ufficio lamentele, tanto da spingere i fondatori a ripensare all’intera idea. Una società privata è in procinto di finalizzare un portale più ergonomico, diviso per tematiche, comprensivo di una sezione legale con una raccolta di testi di legge relativi alla gestione della città, l’occupazione dello spazio pubblico, lo statuto comunale, ecc.

Save Casablanca non si limita ad una bacheca di reclami, ma interpella personalmente i responsabili di ogni circoscrizione. Uno degli amministratori della pagina, avvocato di formazione, invia lettere ai presidenti dei quartieri della città, con alla mano testi legislativi, domandandogli di prendere le misure necessarie. Per il momento, solo la società M’dina Bus ha reagito in seguito alla pubblicazione di una foto nella quale l’autista guidava sul marciapiede.

“Nonostante le lettere inviate, non abbiamo ricevuto nessuna risposta dai responsabili della città”, precisa Mouna Hachim, che però non si scoraggia. “Dobbiamo continuare a molestarli e finiranno per corteggiare gli abitanti di questa città con l’avvicinarsi delle elezioni”. Per guadagnare notorietà, il movimento vuole stampare adesivi e magliette, in attesa di essere trasformato in associazione di pubblica utilità.

Dopo Save Marrakech e Save Casablanca, si spera che il movimento possa raggiungere molte città del regno, in modo che i cittadini possano partecipare alla gestione dell’ambiente che li circonda.

Vai all’originale