Intervisto Sameer su facebook, io la solita chiacchierona che vuole sapere tutto del mondo arabo quello vero, quello reale, quello vissuto.
Sameer gentilissimo mi racconta di sé e della sua arte intervallando frasi di ringraziamento che sembrano provenire da un altra epoca.
Sono nato a Baghdad nel 1957 e di segno fin dall’infanzia
Quando mi sono sposato sono andato a lavorare e ho lasciato il disegno.
Dal 1980 al 1988 ho partecipato alla guerra Iraq- Iran che si è portata via parte della mia arte e della mia anima. Nel 2006 torno a disegnare anche se la situazione nel mio paese è ancora di guerra e di rivalità settarie. Credo nel disegno e nei fumetti politici come strumento di denuncia e come mezzo che mi fa essere vicino alla mia gente.
Collaboro con diversi giornali iracheni fra i quali Al-Iraq, Al-Ittihad e nella rivista Alf Ba nella sua nuova versione. Sono membro dell’Associazione degli artisti iracheni e grazie alla mia arte ho partecipato a diverse mostre collettive di caricature vincendo, nel 2010, il quarto premio nel concorso per l’innovazione culturale.
Il mio paese è ancora in grosse difficoltà ma ce la faremo a riprenderci e a vivere se non nel benessere in pace in uno Stato finalmente libero “
Io starei ore a parlare con Sameer, il suo sguardo un pò triste mi affascina e si sposa bene con i suoi modi gentili, lo invito in Italia, mio ospite, naturalmente ( ho invitato tutti i caricaturisti che ho incontrato a casa mia in Italia ) e continuo a chattare. Lui, gentilissimo, mi ferma, si scusa e mi dice che sta per finire la batteria, e iniziare il black out mattiniero che in Iraq dura dal tempo della guerra, mi dà appuntamento nelle ore notturne quando l’elettricità lo lascierà disegnare e parlare con i suoi amici.
Io italiana senza pensieri resto di stucco, volevo la vita reale ? eccola qui. Il blackout non fa male come la guerra ma ti costringe a pensare che non sei libero .