Di Sarah El Shalakany. Al-Monitor (11/07/2016). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti.
“Se mettiamo da parte il modo in cui è cambiato il regime in Egitto e le ingiustizie nei confronti dell’ex presidente egiziano Morsi e del suo entourage, non c’è niente che impedisca di sviluppare i rapporti fra di noi”. Queste sono state le parole del primo ministro turco Binali Yildirim lo stesso giorno in cui il suo Paese ha firmato un accordo che normalizza i rapporti con Israele.
In risposta a questa iniziativa, il ministero degli Esteri egiziano ha emesso un comunicato ufficiale in cui esprimeva disagio per le continue contraddizioni nelle dichiarazioni e posizioni della Turchia. Si leggeva, fra l’altro: “Sebbene accogliamo qualsiasi sforzo volto a migliorare i rapporti della Turchia con l’Egitto, deve essere chiaro che il riconoscimento della volontà legittima del popolo egiziano, così come rappresentata dalla rivoluzione del 30 giugno, e della successiva assunzione da parte delle legittime istituzioni della responsabilità di amministrare il paese è inevitabile e necessario. Lavorare accanto a queste istituzioni è il punto di partenza per migliorare i rapporti della Turchia con l’Egitto”.
Le tensioni tra Il Cairo e Ankara sono cresciute da quando la Turchia ha rifiutato di riconoscere la rivoluzione del 30 giugno 2013. Milioni di egiziani hanno partecipato all’insurrezione in cui l’esercito ha risposto all’invito del popolo di spodestare Morsi, un leader dei Fratelli Musulmani. Ankara l’ha considerato un “colpo di Stato militare” e ha tagliato i rapporti con Il Cairo dopo che quest’ultimo ha dichiarato l’ambasciatore turco persona non gradita.
Mustafa Zahran, ricercatore specializzato in questioni turche, ha dichiarato che “Erdogan ha la fobia dei colpi di Stato, specie da quando la Turchia li ha subiti per oltre mezzo secolo”. Ha aggiunto: “L’Arabia Saudita aspira a facilitare la riconciliazione tra l’Egitto e la Turchia. Questo è divenuto ovvio dopo l’appello alla Turchia del re saudita Salman bin Abdul-Aziz, alla fine della sua visita in Egitto”. In quest’occasione, Salman ha firmato un accordo che ha trasferito la proprietà delle isole di Tiran e Sanafir dall’Egitto all’Arabia Saudita. Secondo il ricercatore “la Turchia ha bisogno di un forte Stato egiziano per raggiungere una significativa cooperazione in materia di lotta al terrorismo. Questo farà accantonare la questione della riconciliazione con la Fratellanza. È inoltre possibile che riduca le attività mediatiche dei Fratelli musulmani sul suolo turco per placare l’Egitto. Nel prossimo futuro avverrà la riconciliazione tra il Cairo e Ankara”.
Salah Labib, specializzato nelle relazioni turche, ha affermato che “l’Arabia Saudita sta cercando di giungere a una riconciliazione tra l’Egitto e la Turchia per stabilire una forte alleanza sunnita al fine di affrontare la crescente influenza dell’Iran in Medio Oriente e del sedicente Stato Islamico”. Secondo Labib, da quando Yildirim è diventato primo ministro ha tentato di giungere a una riconciliazione e di aprirsi al resto del mondo. Il suo desiderio si è concretizzato nella normalizzazione delle relazioni con Israele, malgrado il sostegno di Ankara a Hamas che Israele considera un gruppo terroristico, così come nel ripristino dei rapporti con la Russia, sebbene mantenga la sua posizione sulla crisi siriana. Ha affermato: “Sembra che la Turchia voglia la riconciliazione con l’Egitto anche a costo di mettere da parte la Fratellanza Musulmana”.
Sarah El Shalakany è una giornalista egiziana.
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