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Retour au pays Natal: il Marocco e il suo mosaico identitario

Articolo di Silvia Di Cesare.

Arabi, musulmani, marocchini, artisti. Queste le diverse, ma in realtà uniche, identità dei protagonisti del secondo documentario di Kamal Hachkar.

“Retour au pays Natal”, questo il titolo provvisorio dell’opera, racconta la storia di artisti di origine marocchina, musulmani e ebrei, che attraverso l’arte vanno alla ricerca delle loro origini comuni, della loro storia e cultura condivisa. Il tutto gira intorno alla storia della comunità ebraica del villaggio berbero di Tinghir, che negli anni 60/70 ha abbandonato il suo paese natale per trasferirsi nello Stato di Israele.

I ritratti e le storie di questi giovani artisti mostrano con evidenza la natura fluida dell’identità marocchina, dando il giusto peso a tutte i tasselli del suo mosaico: dalla cultura berbera a quella araba, dalla religione islamica all’ebraismo.

Cittadini di diversi Paesi del mondo – Israele, Canada, Stati Uniti – questi artisti tornano in Marocco e ristabiliscono attraverso la loro arte un legame con la terra natale dei loro genitori.

Per la seconda volta Kamal Hachkar focalizza il suo lavoro su una parte della storia marocchina. Già nel suo primo documentario, “Tinghir-Jerusalem: Echoes from the Mellah”, il regista documentava la storia dimentica del piccolo villaggio berbero e della comunità ebraica che vi viveva.

Per la realizzazione di questo film la casa di produzione Hk’Art Studio ha organizzato una campagna di finanziamento partecipativo. Il crowfunding è riuscito a raccogliere 15mila euro necessari per l’ultimazione dell’opera. “Sostenere Kamal hachkar è ovvio, poche persone lavorano come lui per consentire agli ebrei, ai musulmani, ai berberi e agli arabi di condividere la loro bella umanità attraverso la musica e il cinema” si legge tra i commenti dei finanziatori.