Daesh USA Zoom

Rapporto sulle torture CIA a terroristi incarcerati

Arabweek (10/12/2014). Traduzione e sintesi di Carlo Boccaccino.

Il comitato d’intelligence del Senato americano ha pubblicato un rapporto nel quale si afferma che la CIA ha ingannato gli americani sull’efficacia dell’interrogatorio potenziato. Secondo questo rapporto, dall’11 settembre 2001 in poi, i metodi utilizzati negli interrogatori a presunti terroristi sono stati ancora più brutali di quanto avesse mai ammesso la CIA, senza che le informazioni ottenute attraverso le torture si siano rivelate attendibili né siano mai servite ad evitare attacchi. Nelle 525 pagine di rapporto si accusa la CIA di aver tenuto prigioniere 119 persone nei black sites e di averne umiliate 39 per anni, utilizzando tecniche disumane, minuziosamente descritte.

Ben Emmerson, corrispondente dell’ONU, ha detto che dal rapporto si evince che questa era una politica pianificata ai piani alti dell’amministrazione Bush e ha chiesto di perseguire chi ha organizzato, autorizzato ed effettuato crimini e torture come il waterboarding, essendo gli USA vincolati dal diritto internazionale a consegnare tali persone al sistema giudiziario. Ciononostante il Ministero della Giustizia americano ha affermato che il rapporto non contiene prove sufficienti per condannare i responsabili delle torture e che non sarà preso alcun provvedimento penale.

Il direttore della CIA, John Brennan, ha difeso il comportamento dell’intelligence dicendo che le informazioni ottenute attraverso questi interrogatori sono state importanti per acquisire conoscenza su al-Qaeda e che sono state d’aiuto finora negli sforzi legati alla lotta al terrorismo. Egli, pur ammettendo alcuni errori nei metodi d’interrogatorio, ha ribadito l’efficacia di quelle operazioni, che hanno salvato molte vite. Allo stesso modo alcuni ex funzionari della Cia hanno aperto il sito ciasavedlives.com per rispondere alla violenta ondata di critiche che li ha colpiti e per confutare le tesi del rapporto.

Il presidente del comitato d’intelligence Diane Feinstein, sulla stessa lunghezza d’onda di Obama (che nel 2009 ha vietato ufficialmente l’utilizzo di questi metodi), ha descritto il comportamento della Cia come “una vergogna per la storia degli Stati Uniti”, aggiungendo che tale vergogna non potrà essere cancellata, ma che il popolo americano imparerà da essa.

Essendo ancora attuale la minaccia terroristica, legata a Daish (conosciuto in occidente come ISIS), si è aperta una polemica negli USA circa il grado di trasparenza da osservare in questa faccenda. I repubblicani hanno infatti espresso rammarico per la divulgazione delle informazioni relative alle torture. Essi temono che troppa trasparenza possa incitare alla vendetta i “nemici” dell’America, come successe dopo che si seppe delle violenze nel carcere di Abu Ghraib nel 2004. A sostenere la pubblicazione del rapporto sono stati invece i democratici e alcuni repubblicani, come il Senatore John McCain, che ha subìto la tortura in Vietnam. Durante la seduta del Senato ha affermato che “a volte è difficile accettare la realtà”.

 

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