Di Faisal al-Qasim, al-Quds al-Arabi (19/05/2018). Traduzione e sintesi di Sabrina Campoli.
Tutti i sistemi politici del mondo hanno come scopo quello di unire il popolo e i suoi costumi sotto un unico modello, conforme ai loro standard culturali, sociali, politici, economici e anche religiosi. Succede anche nel mondo arabo, dove la religione è un mero strumento nelle mani dei governi che serve a manipolare i popoli.
Alcune settimane fa, abbiamo ascoltato il Principe ereditario saudita Mohammad bin Salman rinnegare il Wahabismo presente nel suo regno e ha dichiarato alla stampa americana che questo tipo di Islam è stato imposto dall’America per mettere il Paese di fronte al Comunismo. Con coraggio e audacia ha aggiunto che questa sua affermazione, prima ancora di condannare l’America, ha condannato se stesso e il suo regime.
Qualsiasi sistema politico favorisce un determinato tipo di religione che più gli si addice e si adatta ai suoi interessi, anche se poi viene rivendicata un’unica religione uguale per tutta l’umanità. Ma la religione non può essere unica di per sé se ogni sistema prende la parte di essa che ritiene giusta e invece rifiuta altre forme che considera “separatiste”. Abbiamo visto come i mufti nei Paesi arabi hanno fatto della laicità la loro identità e cercano di apparire liberali radicali anche se gli chiedono di parlare di Karl Marx o Yves Saint Laurent, Dio si compiaccia di loro! E non hanno problemi nel rappresentare la religione come laica e non divina poiché possono trovare tante giustificazioni all’interno della storia e della giurisprudenza religiosa. Questi mufti hanno intrapreso tale strada per sostenere in primo luogo il sistema politico, come ad esempio è successo per il regime siriano che all’inizio era un sistema a minoranza non islamica e per paura della maggioranza musulmana, i mufti hanno cercato di laicizzare quest’ultima, affinché si vivesse in pace con la minoranza. Così come i sistemi politici vicini al laicismo danno vita a una religione “dotta”, i sistemi chiusi favoriscono una religione basata sull’estremismo che si adatta alla politica dominante e ai suoi interessi. Il regime saudita ha cambiato il tipo di Islam praticato fin dalla sua nascita, mettendolo sottosopra in base alla nuova epoca, dando più importanza agli artisti e ai cantanti a discapito degli eruditi più anziani, quasi tutti in carcere.
L’Occidente e le potenze coloniali hanno sempre imposto un certo tipo di religione per soddisfare i loro interessi, proprio come fanno oggi i governi arabi. C’è un famoso detto di Desmond Tutu, arcivescovo anglicano e attivista sudafricano che recita: “Quando i missionari giunsero nelle nostre terre africane tenevano la Bibbia in mano e ci dicevano di pregare. Riaperti gli occhi eravamo noi a tenere la Bibbia in mano e loro a possedere le nostre terre”.
Faisal al-Qasim è uno scrittore e giornalista siriano.
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