Quanto ancora Aleppo reggerà alla distruzione?

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (30/04/2016). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen.

Il regime siriano sta deliberatamente scegliendo degli obiettivi specifici peri suoi attacchi aerei. Ospedali e quartieri civili sono stati bombardati con violenza mentre gli abitanti sono stati lasciati senza difese e senza viveri a causa dell’embargo internazionale. I bombardamenti ripetuti nei giorni scorsi hanno esaurito le forze dei soccorritori, che sono stati impegnati a scavare a ritmo continuo tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti e superstiti. Nel conteggio delle vittime di questi attacchi vi sono medici, infermieri, operatori umanitari, oltre a tutti i residenti dei quartieri presi di mira, la maggior parte dei quali sono, come sempre, donne e bambini.

I bombardamenti, in corso da diversi giorni, hanno così causato centinaia di morti civili nella sola città di Aleppo, lasciata in balia del regime di Assad, delle sue milizie e delle forze russe. La città è già isolata e carente di forniture di soccorso. Nonostante le strade siano bloccate, molte persone stanno cercando di sfuggire a nord verso i confini turchi.

All’interno della comunità internazionale non si sta facendo niente per fermare questo massacro, anche se la Siria, e in particolare Aleppo, si suppone siano sotto l’ombrello delle Nazioni Unite. Ma l’ONU non ha rispettato la promessa per cui i negoziati si sarebbero svolti in concomitanza con il cessate il fuoco, di modo da permettere agli operatori umanitari di fornire l’assistenza necessaria alle vittime.

Come è possibile che questi massacri abbiano luogo, mentre ogni giorno le parti impegnate nei negoziati di Ginevra non agiscono andando al di là del rilasciare dichiarazioni senza valore? Quello che sta accadendo ad Aleppo è terrificante. In quella che sono una falsa tregua e delle trattative teatrali invece che effettive, la distruzione di massa continua a colpire una nazione che sta lottato da anni tra guerra e pulizia confessionale.

Mentre i bombardamenti continuano anche nella zona di Ghouta, a Damasco, nelle campagne di Latakia e in altre città, la comunità internazionale sta inviando rinforzi e più militari soltanto nelle zone sotto il controllo di ISIS. Mentre gli Stati Uniti hanno inviato 150 militari ad Hasaka, e i turchi minacciano di entrare al confine per dare la caccia ai ribelli curdi, il popolo siriano è lasciato solo ad affrontare le forze del regime, che continua a distruggere ciò che resta nei quartieri delle grandi città. 

I massacri nei giorni di tregua hanno superato il numero delle vittime dei massacri nei giorni dei guerra. Ciò conferma che i negoziati non solo sostengono il regime siriano, che è stato rinforzato dagli alleati iraniani e russi, ma gettano acqua sulle speranze di pace.

Abdulrahman al-Rashed è l’ex direttore generale del canale Al-Arabiya ed ex caporedattore di Asharq al-Awsat, per cui tuttora collabora.

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