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Quando il turismo riprenderà..svegliatemi

Articolo di Luca Pavone

“Quando il turismo riprenderà…svegliatemi” dice la sfinge mentre si appisola aspettando giorni migliori. Questa foto che gira su facebook dipinge perfettamente lo stato in cui versa il settore turistico egiziano.

Il turismo non si è mai completamente ripreso dal 25 gennaio 2011, ma lo scorso anno aveva comunque registrato un dato in leggera crescita, segno che lo spauracchio del regime islamista non faceva poi così paura.

4773261013_8366ab78ac_bIl nuovo vero colpo è arrivato con lo sgombero dei sit-in di Rabaa El Adaweya e Nahda Square. Da allora il Cairo non vede turisti: l’enorme palazzone bruciato, sede dell’ex partito democratico di Mubarak sovrasta il polveroso Museo egizio, quasi a voler ricordare che il travaglio iniziato nel 2011 non è ancora finito.

Sul ponte Qasr El Nil non c’è traccia di stranieri che si godono l’incredibile vista della skyline, solo gruppetti di ragazzi che si scattano foto da mettere su facebook o giovani coppie che guardano il romantico tramonto sul Nilo. Le carrozze sono ferme ai lati della strada così come le piccole barche ormeggiate sulla sponda del fiume.

Pe quanto riguarda le piramidi, non ho la forza di andarci , troppi venditori molesti, troppi cammelli e cavalli maltrattati, troppo traffico per raggiungerle, troppo stress.

Khan-El-Khalili-Cairo-WallpaperFaccio ritorno a Khan El Khalili, l’antico suq situato nel cosiddetto Cairo Islamico, un labirinto di botteghe e piccoli negozi che emanano profumi di spezie e incensi a due passi dalla moschea di Al Azhar: lampade, strumenti musicali, souvenir, oro, argento, ottone e rame, sì, esattamente come nelle favole. Ricordo che nel 2010, occorrevano ore di preparazione psicologica per affrontare il labirinto di negozi e bancarelle affollato all’inverosimile, con i pullman di turisti che arrivavano incessanti facendosi spazio nel traffico infernale.Oggi il mercato è deserto, i negozianti se ne stanno seduti davanti ai negozi sorseggiando thè e fumando shisha, gettando qualche mollica di pane ai gatti che aspettano, mentre i megafoni delle moschee richiamano alla preghiera e vecchie radio gracchianti mandano canzoni di Om Kalthoum. Aspettano giorni migliori con pazienza e dignità.

Mi sento spesso dire “El balad hattzabbat In Sha’ Allah” , tutto si sistemerà insomma, anche se nessuno sa veramente quando, c’è parla di settimane, chi di mesi e chi di anni.