Immigrazione Mediterraneo Zoom

Per la giornalista Katie Hopkins, i migranti sono “scarafaggi”

Katie Hopkins migranti

Di Carlos Fresneda. El Mundo (24/04/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Katie Hopkins, opinionista per il tabloid britannico The Sun, si è attirata l’odio di tutto il Regno Unito dopo che, in un suo articolo, ha chiamato i migranti morti nel Mediterraneo “scarafaggi” e ha chiesto l’invio di navi da guerra per impedire che altri migranti arrivino sulle coste europee.

Sono già più di 285.000 le firme raccolte da una petizione di Change.org che chiede al magnate Rupert Murdoch, proprietario della rivista, di cacciarla. Persino l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad a-Hussein, si è unito alla protesta contro l’articolo, pubblicato lo scorso 17 aprile, un giorno prima della morte tragica di 800 persone nel mar Mediterraneo. Secondo al-Hussein, il linguaggio usato dalla Hopkins ha molto in comune con quello usato da media ruandesi per giustificare il genocidio dei Tutsi.

La giornalista ha infatti descritto i migranti come “una piaga”, come “selvaggi” e come un “virus”. L’opinionista ha assicurato poi che un buon metodo per fermarli in tempo sarebbe quello di “fare dei buchi” nelle barche sulle quali viaggiano. “Fatemi vedere le foto delle bare, mostratemi i copri che galleggiano sull’acqua, suonate i violini e mostratemi la tristezza della gente… Non mi importa”, ha scritto la Hopkins nel suo articolo intitolato “Navi di salvataggio? Io userei navi da guerra per fermare gli immigrati”.

La star di The Sun ha ricevuto centinaia di telefonate di protesta in poche ore. Scotland Yard ha inoltre confermato di aver ricevuto una valanga di chiamate che chiedevano di accusare la Hopkins per istigazione al razzismo e alla violenza. L’autorità di controllo per la stampa britannica (IPSO) ha ricevuto più di 300 lamentele per l’articolo e ha deciso di aprire un’indagine per possibile violazione dell’etica giornalistica.

In un nuovo articolo pubblicato dopo una settimana, la stessa Hopkins ringraziava la rivista per averle dato l’opportunità di potersi difendere e ha approfittato dell’occasione per ammortizzare, in netto ritardo, le sue parole: “Ciò che è successo è una dimostrazione del potere della penna. La verità è che nessuno vuole vedere le immagini di cadaveri di bambini annegati in mare, a prescindere da quale fosse il loro viaggio o il loro destino”.

Carlos Fresneda è corrispondente da Londra per El Mundo.

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