Oggi voglio darvi un assaggio del meraviglioso romanzo di Najwa Barakat, di cui vi ho già parlato, “Ya Salam!”.
Questo estratto rappresenta molto bene lo spirito di tutta l’opera, descrivendo l’inizio di una tipica giornata di Luqman, permettendo immediatamente di inquadrarne il carattere:
Allegro e sbarbato, Luqman scese le scale. Non fosse stato un tipo timido, avrebbe anche fischiettato una melodia o intonato un motivetto.
Quando arrivò all’ingresso gli salì alle narici un amalgama di puzze di vario genere che lo rimescolò tutto. Si fermò a guardare l’uscio del portiere. E se l’avesse preso a pedate? Se avesse urlato: Apri, cane, apri oppure davanti a te si spalancheranno le porte dell’inferno?
Luqman sorrise con una punta di tristezza. Quei tempi, i tempi in cui la terra tremava, rabbrividiva sotto i suoi passi, erano belli che passati. Ormai l’equilibrio delle forze non giocava più a suo favore, il portiere dall’accento dialettale, forestiero, godeva di appoggi più solidi di quelli che vantavano Luqman e tutta la sua genealogia messa insieme.
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