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Passaggi: “La donna che leggeva troppo” di Bahiyyih Nakhjavani

Bahiyyih Nakhjavani

Ne “La donna che leggeva troppo”, l’autrice di origini iraniane Bahyyih Nakhjavani ci porta nella Persia del 1800, in mezzo a Shah e ambasciatori europei. Al centro di questo vortice di intrighi e sotterfugi c’è lei, Tahirih, la poetessa di Qazvin. Ecco come viene descritta nel libro per la prima volta:

“La poetessa di Qazvin era nota con una quantità di nomi diversi. Alla nascita le era stato dato quello solito, quello dato a tutte le ragazze di famiglia religiosa, il nome santo della figlia del Profeta. Ma finché rimase in vita la nonna materna, che condivideva con lei lo stesso privilegio, fu chiamata come la prima eroina convertitasi all’Islam, la Madre dei Credenti. Più tardi, nel corso della sua carriera, fu incoronata di alloro dorato e le furono attribuiti tanti nomi che non avevano altro in comune se non la loro incongruenza. Il governatore di Baghdad la esaltò come la più casta delle donne, mentre i sommi sacerdoti di Qazvin la calunniarono attribuendole una pessima reputazione. Gli studiosi dei centri teologici di Najaf e Karbala la citavano come fosse un oracolo, oppure la condannavano come una strega. Alcuni dicevano che la sua bellezza era un piacere per gli occhi e che la purezza della sua mente non temeva confronti; altri la definivano eretica, assassina e puttana. Ma quando fu arrestata nel primo inverno del regno del giovane Shah, tanto i suoi ammiratori quanto i suoi detrattori furono costretti ad ammettere che nessuno dei nomi tradizionali poteva bastare a riassumerla. Riconobbero che era la calamità del suo tempo”.