Europa Zoom

Parliamo di politica: l’Europa e il terrorismo

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La soluzione è affrontare le conseguenze o estirpare le radici?

Di Ahmed Abdel Hakim. Al-Ahram (20/08/2017). Traduzione e sintesi di Flaminia Munafò.

Con gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 che avevano come obiettivo il cuore Parigi, gli ultimi attentati di Barcellona in cui sono stati investiti civili e l’aggressione dell’uomo col coltello nel mercato della città finlandese di Turku il 18 agosto scorso, si arriva a circa 17 operazioni terroristiche in Europa, con 364 vittime e centinaia di feriti: alcuni ancora stanno ricevendo cure mediche mentre altri hanno subito danni permanenti.

Nonostante il dolore di questi avvenimenti, gli europei continuano a gestirli con gli stessi metodi tradizionali: il pericolo Isis viene affrontato direttamente sul campo, senza risolvere alla radice il problema del terrorismo di cui Daesh è solo una delle manifestazioni e conseguenze. Prima c’era –e ancora esiste- Al Qaeda, e dopo di essa usciranno fuori nuove organizzazioni che esercitano lo stesso estremismo e perseguono gli stessi obiettivi.

Alcuni paesi europei sono diventati la destinazione per eccellenza degli estremisti, in primis la Gran Bretagna, che ha aperto le porte dell’asilo ai rifugiati politici; la città di Londra ha concesso di creare piattaforme mediatiche e associazioni di beneficienza in cui questi si organizzano e mettono quotidianamente in atto azioni di estremismo.

La scorsa settimana l’Interpol internazionale ha arrestato nell’aeroporto di Berlino il terrorista appartenente al gruppo dei Fratelli Musulmani, Abdel Rahman Azz, , su richiesta dell’Interpol egiziano. L’operazione è durata un paio di ore e in seguito è stato rilasciato perché hanno scoperto che era stato condannato per crimini terroristici in Egitto ma aveva fatto richiesta d’asilo in Gran Bretagna e pertanto l’Interpol non aveva il diritto di arrestarlo e consegnarlo all’Egitto. Questo genere di situazioni si è ripetuto di continuo negli aeroporti europei.

È paradossale che giornalisti spagnoli accusino il Qatar di aver finanziato gli attacchi di Barcellona mediante concessioni offerte ad un’associazione di beneficienza spagnola: questo è un argomento che fa sorgere delle domande, come, ad esempio, se gli europei vogliano veramente affrontare il terrorismo: adesso raccolgono i frutti di ciò che hanno seminato.

 

Ahmed Abdel Hakim è un giornalista egiziano presso Al-Ahram.

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