Palmira: 2.000 anni di vita da difendere

Conosciuta in tutto il mondo come Palmira, la “Città delle Palme”, in Siria viene chiamata Tadmur, “Città dei Datteri”.

I primi riferimenti storici la definiscono come una delle tappe delle carovane che viaggiavano sulla Via della Seta e tra il Mediterraneo e il Golfo. Ma è stato solo durante l’Impero Romano che la città ha iniziato ad acquisire il suo prestigio. Nonostante circondata dal deserto, Palmira si è trasformata in un ricco centro per il commercio di spezie, profumi, seta e avorio, dall’Oriente, e di statue e manufatti di vetro dalla Fenicia.

Proclamata città libera dell’Impero Romano nell’anno 129 d.C. da Adriano, Palmira colse l’occasione per dichiarare la sua totale indipendenza. Guidati in rivolta da Zenobia, i residenti di Palmira riuscirono a vincere sui Romani a ovest e sui Persiani a est. La condottiera divenne poi regina e conquistò l’intera Siria e parti dell’Egitto, arrivando alle porte dell’Asia Minore. Ma quando l’imperatore Aureliano riprese la città, la potente regina venne riportata a Roma. Da allora, la città ha vissuto un lento declino.

Prima dell’inizio della crisi siriana nel marzo 2011, Palmira attirava più di 150.000 turisti da tutto il mondo ogni anno. Oggi, gli antichi tesori millenari della “perla del deserto” rischiano di sparire per sempre.

Foto di Roberta Papaleo.

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