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La Palestina necessita di leggi più severe contro l’incesto

Di Mohammad Othman. Al-Monitor  (26/03/2014). Traduzione e sintesi di Marta De Marino.

Le religioni, le società e le leggi condannano il rapporto sessuale tra familiari, il cosiddetto incesto. Questo tipo di rapporto è considerato una minaccia per l’intera comunità in quanto destabilizza il vero cuore delle società: la famiglia. Nonostante le leggi e le prescrizioni religiose, diverse persone continuano a perpetrare atti simili in tutto il mondo, nei paesi arabi e nello specifico nella comunità palestinese della Striscia di Gaza, dove si ascoltano storie aberranti che vanno contro il credo religioso.

Samah, una giovane donna di 23 anni della parte più a nord della striscia di Gaza, è diventata una prostituta dopo le ripetute violenze sessuali inflitte dal fratello maggiore. Samah ha raccontato ad Al-Monitor che suo fratello, tossico dipendente, l’ha violata per la prima volta appena sedicenne. Allora scappò via di casa e fu messa in custodia dalla polizia, finché un uomo di buona reputazione la sposò. Ma il fratello non le dava pace, minacciandola di rovinarle il matrimonio, la obbligò a rubare, fu arrestata e il marito preparò il divorziò. Samah ritornò a casa dal fratello e iniziò a drogarsi, convincendosi che tutto fosse normale, anche quando scoprì che le stesse violenze venivano inflitte alla sorella. La giovane, ora,  senza velo, con addosso dei pantaloni aderenti si accompagna a diversi uomini in una sola notte e di recente è stata arrestata.

Il direttore di una clinica psichiatrica di Rafah, YousefAwadallah, ha dichiarato ad Al-Monitor che «qualsiasi ragazza violentata soffre di gravi disagi psicologici, che la influenzeranno per tutta la vita» e aggiunge «alcune giovani poi, intraprendono una via autodistruttiva e la promiscuità è una di queste ». Altri psicologi sono convinti che dietro questo fenomeno della Striscia di Gaza ci siano altre cause. Ahmad al-Khalidi, specialista del settore, ha affermato che alcuni casi di incesto si sono verificati nelle famiglie allargate che vivono sotto lo stesso tetto, dove l’interazione tra i membri della famiglia è più stretta e intima.

Esiste un articolo del codice in vigore a Gaza riguardante l’incesto, ma secondo l’avvocato Fatima Ashour, esso è carente su diversi aspetti. L’avvocato infatti afferma che «la condanna per chi violenta una familiare è di cinque anni, mentre se la violenza viene inflitta a una donna esterna alla famiglia è di quattordici anni. L’articolo così incoraggia solo all’incesto». Nel 2012, la Commissione Indipendente per i Diritti Umani ha pubblicato un reportage intitolato “Incesto: omicidio dell’anima” preparato dalla ricercatrice e avvocato Khadija Barghouti, che nel testo sottolinea quanto la legge palestinese equipari l’aggressore alle vittime e dichiara «sono venuta alla conclusione che dobbiamo analizzare legalmente le leggi vigenti riguardanti l’incesto e scoraggiare pratiche che alimentano così questo tipo di crimine».

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