Palestina: divergenze parallele

Assafir (18/4/2012). Traduzione di Carlotta Caldonazzo

Il Gran Mufti d’Egitto Sheikh al-Gomaa ieri ha visitato Gerusalemme in compagnia del consigliere del re giordano agli affari religiosi, il principe Ghazi bin Mohammed, rompendo il clima di tensioni tra il Cairo e Tel Aviv. A riferirlo è stato il direttore del patrimonio religioso (awqaf) di Gerusalemme, sheikh Azam al-Khatib, che ha accolto con favore l’evento. Lo scopo, ha spiegato, è fornire sostegno alla moschea di al-Aqsa e alla popolazione di Gerusalemme. E’ la prima volta che un mufti egiziano visita la moschea di Gerusalemme e, soprattutto, guida la preghiera del mezzogiorno. Al-Gomaa ha precisato che il suo ingresso alla città è avvenuto sotto la supervisione esclusiva delle autorità di Amman, “senza visti o timbri di ingresso”, una prova del fatto che “il regno di Giordania è il supervisore dei sacri santuari di Gerusalemme”.

Dure le critiche di alcuni ambienti politico- religiosi egiziani secondo i quali la visita di al-Gomaa sarebbe in contrasto con il desiderio del popolo egiziano di non normalizzare le relazioni con Israele. Il presentatore egiziano Wael al-Ibrashi ha definito al-Gomaa “il mufti della vergogna”, accusandolo di aver “contaminato” il suo turbante (ovvero il simbolo della sua autorità) ponendosi “al servizio del sionismo”. Simile la posizione dell”esponente islamico Safwat Hijazi, vicino ai Fratelli musulmani dal canto suo ha dichiarato di non intendere più pregare sotto la guida del mufti al-Gomaa. Dal canto suo il portavoce del fronte salafita egiziano Khaled Saeed ha detto che “quanto accaduto non è lontano dai simboli del passato regime”, sottolineando che il defunto papa copto Shenouda III aveva proibito ai suoi seguaci di visitare Gerusalemme. Secondo Saeed l’unica possibile reazione è “isolare il mufti immediatamente”.

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