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L’opposizione siriana ha perso la sua occasione?

Siria

Di Muhammad Barhouma. Al-Hayat (02/06/2016). Traduzione e sintesi di Irene Capiferri.

Tra meno di dieci giorni l’opposizione siriana dovrebbe riunirsi a Riyad per discutere la propria posizione ai negoziati di Ginevra, cercare una visione politica comune e ristrutturare la propria delegazione per includere i gruppi del Cairo e di Mosca, dopo le dimissioni di Mohammed Alloush, capo negoziatore dell’Alta Commissione per i negoziati, il quale ha annunciato il fallimento delle trattative affermando che la strada nei confronti del regime è sbarrata e di non voler partecipare ad un processo politico che può durare quindici anni o più, senza risultati. La verità è che la riunione di Riyad è oscurata da una serie di dati non certo favorevoli all’opposizione.

In primo luogo, l’opposizione moderata è ridotta nel nord della Siria ed accerchiata dall’Esercito Libero, indebolita dalle varie fazioni e dai suoi rivali. Sono in corso operazioni per eliminare i leader di Ahrar al-Sham, ma Jaish al-Fatah e il Fronte al-Nusra (che ne fa parte) consolidano il proprio controllo su Idlib, dove l’opposizione moderata non è stata capace di organizzarsi in una forma internazionalmente riconosciuta, che si opponesse ad al-Nusra, nonostante tutte le sue falle e debolezze. Questi dati rivelano che l’opposizione armata ha mantenuto solo un’area a nord di Aleppo. E non è noto se Ankara, alla luce della perdita di influenza nel nord della Siria, possa decidere di favorire al-Nusra ad Idlib?

In secondo luogo, se sono corrette le stime che attribuiscono a Daesh (ISIS) la città di A’zaz, vicino al confine turco, potrebbero aumentare le possibilità delle ambizioni curde: essi controllano il lato opposto della mappa (dove ci sono Afrin, Shaykh Isa e Tall Rifat) e, per cercare di collegare Afrin e Manbij, potrebbero assediare con il sostegno americano Daesh a Manbij e al-Bab, cosa che aumenterebbe le loro probabilità di giungere ad A’zaz, nonostante il sicuro ostacolo dell’obiezione turca. Non sembra che il ministro degli Esteri turco abbia offerto agli Stati Uniti di sostituire la loro alleanza con i curdi contro Daesh, e il fatto che venga trascurato il volere turco, conferma la forza degli americani all’interno delle Forze Democratiche Siriane, anche a costo di ridefinire le relazioni turco-americane. Senza giungere a conclusioni affrettate, poiché la base aerea di Incirlik è ancora fondamentale per le azioni americane.

Infine, quanto sopra riportato spiega perché l’inviato speciale De Mistura abbia esitato nel convocare una nuova sessione di negoziati, mentre gli scontri e gli equilibri di forza sul terreno non si stabilizzavano. Ciò potrebbe voler dire che l’opposizione, di fronte all’interrogativo se abbia perso (non imponendo la sua presenza nel confronto con il regime e la Russia, Daesh e i curdi) l’occasione di risolvere con il regime, vede forse ciò che Alloush non ha ritenuto possibile prima di quindici anni.

Muhammad Barhouma è uno scrittore e giornalista giordano per Al-Hayat.

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