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Nuovi leader in Siria

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Alla luce di una soluzione alla crisi siriana si fa strada la proposta americana di cambiamento della struttura politica del regime siriano. Ma quale sarà la nuova forma di potere possibile?

Di Ghazi Dahman. Al-Arab (27/05/2017). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Il presidente americano, Donald Trump, ha di recente suggerito una sorta di “decapitazione” dell’attuale sistema siriano, come possibile strategia ad una soluzione in Siria e che prevede la caduta di Bashar al-Assad e dei suoi 20 alleati. Una simile proposta favorirà quindi maggiore coinvolgimento internazionale e regionale nella questione siriana, dove il tema di ricostruzione sarà il motore principale nelle fasi successive.

La Russia non sembra distanziarsi dalla proposta americana, nonostante avesse già iniziato a lavorare alla sua disposizione seppur in forma diversa, sia mediante l’opzione federalista sia attraverso una riformulazione costituzionale che vede Assad come sovrano assoluto a partner con facoltà minori. La differenza tra le due proposte – quella americana e russa – sta nel fatto che mentre la prima mira ad allontanare la persona di Assad dal potere, la seconda vorrebbe presentare il presidente sotto una nuova veste.

Appare chiaro che l’amministrazione Trump abbia già un’immagine della composizione del nuovo regime politico siriano senza Assad al potere, e forse anche di una possibile alternativa. Ma qual è la forma di potere che più si addice alla Siria contemporanea? Anni di guerra hanno prodotto una nuova forma di potere nelle regioni siriane, conteso tra capi di guerra, guide religiose, leader sociali e tribali, oltre ai commercianti di guerra e ai nuovi ricchi. Questi hanno diffuso la propria autorità in diverse aree siriane e sono divenute le necessità di soluzione e le uniche in grado di assicurare stabilità o di fornire servizi durante il crollo delle fondamenta e delle istituzioni statali.

In cima alla piramide del nuovo regime siriano, vi troveremo però anche personalità politiche e militari del regime Assad, nonché esponenti dell’opposizione straniera e interna. Dunque i nuovi leader siriani saranno un mélange di fazioni tribali e militari, quadri dei vecchi partiti e nuove tribune: una struttura di potere del tutto artificiale. Al contrario di quanto accaduto in Iraq o Libano, la situazione in Siria è alquanto complicata e vede un coinvolgimento regionale e internazionale molto più ampio che si estende tra Iran, Turchia, Russia, Stati del Golfo, Giordania, America e Francia.

I recenti accordi russo-americani, seguiti alla visita del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, a Washington, indicano l’inizio dello smantellamento dell’era Assad, così come il probabile inizio della stesura di nuove alternative. Lo stesso Assad in una sua recente intervista aveva fatto intuire dell’esistenza di una simile proposta minacciando così di lasciare il Paese solo da martire.

Ghazi Dahman scrive per diverse testate arabe e ha pubblicato numerosi studi sugli affari arabi.

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