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Novant’anni di relazioni tra Afghanistan e Arabia Saudita

di Sayed Jalal Karim, Elaph, (20/07/2020). Traduzione e sintesi di Maddalena Goi

Le relazioni afghano-saudite sono iniziate novant’anni fa e più precisamente nell’anno 1350 A.H. quando la monarchia afghana ha firmato, al tempo del re Mohammed Zahir Shah, un trattato di amicizia con il re Abd al-Aziz ibn al-Saud. Inoltre, l’Afghanistan è stato il primo paese islamico a riconoscere il regno di Abd al-Aziz che, all’epoca, era chiamato Regno dell’Hijaz, del Neged e dei suoi territori annessi.

Le relazioni afghano-saudite fiorirono con la visita ufficiale del re Mohammed Zahir Shah in Arabia Saudita e il suo incontro con Sua Maestà Abd al-Aziz nell’anno 1948 d.C., da cui seguì una seconda visita due anni dopo. Dopo che il re saudita Faisal prese le redini del potere, quest’ultimo fece una visita in Afghanistan nel 1970 dove incontrò il re Zahir Shah e le strade di Kabul vennero decorate con la bandiera saudita. In quell’occasione, il re Faisal fece un discorso in cui elogiava gli sforzi del re Zahir Shah sulla questione palestinese e altre questioni arabe.

Le relazioni tra i due paesi sono continuate anche dopo il colpo di stato afghano che ha portato il cambio di regime dalla Monarchia alla Repubblica. Il nuovo Presidente Daud Khan fece visita al regno saudita nel 1978 e incontrò il re Khalid bin Abd al-Aziz con cui tenne una serie di colloqui su varie tematiche arabo-islamiche. Ma presto si verificò un secondo colpo di stato in Afghanistan dove i comunisti si rivoltarono contro Daud Khan e lo uccisero.

Le forze sovietiche entrarono in Afghanistan annunciando guerra al popolo afghano in sostegno al regime comunista. Intanto, il Regno saudita non perse tempo e condannò l’invasione sovietica di fronte alla Comunità Internazionale. Anche in questo contesto, la monarchia saudita ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel sostenere l’Afghanistan e il suo popolo contro i sovietici.

Con l’uscita delle forze sovietiche, scoppiò la guerra civile tra i leader afghani. I Saud tentarono più volte di riformare e riunire i leader afghani ma nonostante i vari tentativi di riconciliazione, l’intensità delle differenze tra i capi afghani non fermò i combattimenti.  Con l’entrata in campo dei talebani a Kabul, Arabia Saudita insieme ad Emirati Arabi Uniti e Pakistan, sono stati i primi paesi a riconoscere il Governo dei Talebani.

Il loro desiderio era stabilire la sicurezza nel paese e fermare i combattimenti in corso.  Tuttavia, il Regno saudita dovette interrompere i rapporti col Governo dei Talebani (prima degli attacchi dell’11 settembre), a causa della presenza di Osama Bin Laden in Afghanistan e delle sue dichiarazioni contro il Regno e la sua leadership. Ma dopo il cambio di governo e l’ingresso del presidente Hamid Karzai, il regno saudita tornò ad essere uno dei primi stati a sostenere il paese.

Ciò che distingue le relazioni saudite con l’Afghanistan è che il Regno non ha ambizioni in Afghanistan e tutto ciò che desidera è prosperità, progresso e pace per il paese. Senza dubbio, l’attuale presidente Ashraf Ghani ha prestato molta importanza a rafforzare le relazioni afghano-saudite negli anni compiendo numerose visite nel Regno. Anche la visita del politico Abdullah Abdullah nel 2016 è stata di grande importanza per le relazioni dei due paesi i cui rapporti hanno raggiunto un intenso coordinamento nella lotta al terrorismo. Inoltre, l’Arabia Saudita ha sempre svolto un ruolo costruttivo nel processo di riconciliazione dell’Afghanistan tanto che, nel 2018, l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica ha tenuto la “Conferenza Internazionale degli studiosi musulmani sulla pace e la stabilità in Afghanistan”, sponsorizzata da Re Salman.

Per onorare le relazioni tra i due paesi, il presidente Ashraf Ghani, ha celebrato il principe saudita Turki bin Faisal per il suo lavoro e la sua dedizione con la medaglia Ghazi Mir Bacha Khan, la più alta onorificenza Afghana. A livello di sviluppo economico, il regno saudita ha concesso prestiti agevolati all’Afghanistan per la costruzione di scuole, ospedali e ha inoltre firmato accordi milionari per il finanziamento di progetti stradali tra cui la Ring Road a Kabul.

A livello politico invece, c’è un consenso comune sulla politica estera per il sostegno al legittimo governo dello Yemen e la lotta al terrorismo nei due paesi. Nonostante la propaganda negativa di una parte di popolazione afghana contro l’Arabia Saudita, la maggior parte del popolo afghano apprezza la monarchia saudita e ne riconosce la posizione di leader della comunità islamica. Le relazioni afghano-saudite traggono la loro forza dallo speciale rispetto e apprezzamento del popolo afghano per il regno saudita che riveste un ruolo fondamentale nel servire l’Islam ed è sede dei santuari più sacri alla religione islamica.  

Sayed Jalal Karim, ex-ambasciatore afghano a Riyad

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