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Note che insegnano la storia

Di Miguel Pérez Martín. El Pais (04/04/2014). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

Nell’ambito del progetto The Voice of Syrian Children a scopo benefico, il pianista siro-americano Malek Jandali ha suonato l’Inno di Ugarit, considerata la partitura più antica del mondo. L’artista l’ha definita una “sinfonia dell’Umanità”, in quanto le partiture da lui arrangiate e che rievocano quella antica della città siriana di Ugarit presuppongono la prima manifestazione della notazione musicale. Il pianista l’ha interpretata all’Auditorium Nazionale in un concerto organizzato dalle Dame Diplomatiche Arabe in Spagna.

Scritta su tavolette nel 1400 a.C., la partitura è stata rinvenuta tra le rovine della città intagliata su argilla con caratteri cuneiformi. Malek Jandali l’ha descritta così: “Incidendo questa musica sulle tavolette, i siriani hanno fatto vedere al mondo quant’è importante la musica”. Il suo è anche un grido per quei musicisti siriani che il regime ha messo a tacere. “Possono uccidere i musicisti, rompere gli strumenti, ma non possono uccidere la musica,” dice il pianista nel suo fare “musica sopra a tutto il dolore” che c’è in Siria.

Le sue parole risuonano come un grido d’aiuto: “Oltre 12 mila bambini sono stati uccisi in Siria in questo periodo di terrore. Cosa c’è di più disumano e immorale che fare del male a un bambino? Credo che tutto il mondo debba porre fine a questa guerra, non è una guerra contro i siriani, ma contro l’umanità”.

Jandali ripone molta fiducia in quello che fa: “Quasi due anni fa ho suonato a Washington una canzone che parla di libertà dal titolo Watani Ana (La mia patria sono io). Due ore dopo i soldati di Bashar al-Assad si sono presentati a casa dei miei genitori a Homs. Hanno iniziato a picchiare mia madre davanti a mio padre, e poi hanno fatto la stessa cosa con lui. Gli hanno detto di averlo fatto perché io stavo suonando a Washington. Dunque una canzone è tanto potente? Da quel momento, ho solo pensato che dovevo comporre di più e con più forza”.

 

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