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Nidal Sejari, l’attore siriano che recitò anche quando perse la voce

Di Maher Mansour. Al-Araby (14/07/2014). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

Gli amici dell’attore e regista siriano Nidal Sejari ne hanno ravvivato il ricordo nel Teatro al-Hamra di Damasco nel primo anno della sua scomparsa, avvenuta l’11 luglio 2013 a causa di un tumore alla laringe. Nidal aveva scelto di affrontare la malattia continuando a mettere il suo amore davanti alla telecamera, dietro di essa, sulle tavole di un teatro e in mezzo alla gente.

Nidal Sejari aveva raggiunto un grande successo nella serie televisiva “Day’a Day’a 1” (Villaggio Perduto), ed è in quel momento che ha scoperto la sua malattia. Si è curato a Beirut e poi è tornato a Damasco dove ha registrato subito gli episodi di “Day’a Day’a 2”, in condizioni per lui molto difficili. Quando ha finito le riprese, ha preso la scelta più dura: farsi asportare la laringe.

Nidal ha mostrato una grande forza dinanzi al silenzio cui la malattia l’aveva costretto. Ha realizzato, anzi, proprio uno dei suoi sogni: seguire la regia di un film per la TV. “Ta’am al-Limoun” (Sapore di Limone) su sceneggiatura di Rafi Wahbi e basato su un’idea di Hatem ‘Ali, è stato un vero successo e mi ha fatto comprendere che significato aveva per Nidal aprirsi – attraverso la regia – quel lucernario nel suo muro di silenzio per l’arte che amava.

Per Nidal completare quel film è stato dimostrare di essere più forte di quanto ti succede. Ma ciò che ha dimostrato ancora di più risiede nel suo amore per la vita. Ho ricordato quello che mi ha detto una volta sua moglie, la cara Sondos Borhoum, e cioè che il teatro è “il luogo che Nidal ha amato ed il palcoscenico teatrale è il luogo in cui sognava di morire. La prima delusione di Nidal con la sua malattia è stata quando si è reso conto che non avrebbe potuto realizzare questo sogno”.

I suoi ultimi ruoli sono state delle parti recitate in silenzio in tre serie TV: erano così vibranti d’azione ed espressivi che non avrebbe potuto esprimerli allo stesso modo coi dialoghi davanti alla telecamera. Quando se ne è andato il suo corpo è stato trasportato fino al palco del Teatro nazionale di Lattakia, sua città natale, com’era suo desiderio. Lì, aveva mosso i suoi primi passi d’artista. Ed è dal teatro che ha scelto di compiere anche gli ultimi passi della sua vita.

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