L’Orient-Le Jour (16/06/219) Traduzione e sintesi di Katia Cerratti
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha inaugurato oggi una nuova colonia sulle alture siriane del Golan annesso e occupato da Israele, battezzandola “la collina di Trump”, in ebraico “Ramat Trump”, in onore del presidente americano.
“Il Golan è israeliano e lo resterà sempre”, ha dichiarato Netanyahu, definendo il presidente Donald Trump “un grande amico di Israele che ha preso decisioni che non erano mai state prese prima”.
Il 25 marzo scorso, Donald Trump ha riconosciuto la sovranità di Israele sulla parte del Golan che lo Stato ebraico aveva preso alla Siria durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967, poi annessa nel 1981, una decisione che non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale.
Il consiglio dei ministri, riunitosi eccezionalmente in una tenda nel nord del Golan alla presenza dell’ambasciatore statunitense David Friedman, ha votato per battezzare la “Ramat Trump”. una colonia che dovrebbe essere costruita in una località attualmente formata di quattro famiglie di coloni.
Fuori dalla tenda, un pannello con il nome della colonia è stato scoperto poco dopo l’annuncio davanti a un pubblico di funzionari locali, ebrei e drusi.
“Il presidente Trump dimostra ancora una volta il suo impegno per la sicurezza e il futuro di Israele”, ha affermato il primo ministro israeliano, ricordando inoltre che Donald Trump aveva fatto trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme nel maggio 2018.
“L’inaugurazione di una nuova colonia, cosa che non veniva fatta da molti anni”, ha sottolineato Netanyahu, “favorirà lo sviluppo delle alture del Golan. Lo Stato ebraico investirà nell’edilizia abitativa e nella costruzione di strade, ma anche nell’istruzione e nel turismo”, ha promesso.
Nel 1949, il governo israeliano aveva nominato una località nel centro del paese Kfar Truman – Villaggio Truman in ebraico, per ringraziare il presidente americano Harry Truman di essere stato il primo a riconoscere l’indipendenza di Israele il 14 maggio 1948.
Circa 23000 drusi, una minoranza arabofona e musulmana presente anche in Siria e nel vicino Libano, vivono sulla parte del Golan occupato e annesso da Israele, così come 25.000 coloni israeliani arrivati dal 1967.
Questi drusi sono apolidi: hanno perso la nazionalità siriana e molti hanno rifiutato la carta d’identità israeliana. Si considerano siriani e si oppongono ferocemente all’annessione del territorio da parte dello Stato ebraico.
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