Di Mohammed Larbi. El Watan (30/07/2014). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia.
I rari negoziati portati avanti dall’inizio dell’aggressione israeliana ricordano, nella forma ma anche nelle proposte, che l’ONU ha un ruolo del tutto marginale nel risolvere il conflitto. Ma è questa l’unica questione sottratta alle istanze internazionali che dovrebbero essere abilitate a creare il diritto e a farlo rispettare nel nome della pace mondiale? Certo che no, ma è la questione che va avanti da più anni.
Un voto e poi più nulla: si tratta della risoluzione n. 181 del 29 novembre 1947. Da quella data, è stato fatto di tutto per impedire la creazione dello Stato palestinese. Solo la lotta armata ha permesso di rivoluzionare lo stato di cose e la sua battaglia, come osserviamo, non è ancora finita, malgrado qualche evoluzione nella forma e molto raramente nel contenuto.
Alcuni dirigenti parlano di “uno Stato” ma non dello Stato le cui frontiere, come quelle di Israele, siano delimitate conformemente al diritto internazionale.
Quello che serve non è un appello al cessate il fuoco o ad una tregua che rischia di rimanere senza nessuna eco, ma la richiesta di una soluzione a lungo termine e giusta. Un cessate il fuoco non durerà mai a lungo fino a quando Israele continuerà ad occupare i territori palestinesi e ad opporsi alla soddisfazione dei loro diritti nazionali.
Eppure è così chiaro!