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Musicisti in Mali, contro ogni censura

malidi Tamasin Ford (Qantara.de 29/01/2013). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

Una piccola folla siede estasiata mentre il musicista famoso in tutto il mondo Yacouba Sissoko sale sul palco di Pili Pili col suo kora, strumento a 21 corde simile all’arpa. Il bar nel cuore di Bamako, la capitale del Mali, è famoso sia per il buon cibo africano sia perché attrae alcuni dei musicisti più bravi del Paese. Al momento tuttavia, coi militanti che occupano il nord, la musica sta subendo una pesante censura. Zouzou, cantante di Gao, è uno dei molti musicisti che ha lasciato il sud per spostarsi a Bamako, dopo che i militanti legati ad al-Qaeda hanno preso il controllo del nord del Mali la scorsa primavera. Gli islamisti radicali hanno vietato la musica di ogni tipo – perfino le suonerie del cellulare.

“Mi dispiace davvero perché io sono del nord, i miei sono lì e stanno soffrendo – e la musica soffre con loro,” dice Zouzou. I militanti hanno diffuso decreti ufficiali che mettono al bando tutta la musica occidentale. Dopo il divieto, i musicisti hanno iniziato a ricevere minacce di morte. Questo ha portato alla chiusura del famoso “Festival nel Deserto”, che aveva luogo ogni anno nella città di Timbuktu, al nord, sin dal 2001. “Ecco perché siamo tanto tristi,” dice l’organizzatore del festival Manny Ansar, “perché avevamo iniziato a costruire qualcosa d’essenziale per Timbutku, per il Mali. E ora che l’hanno fermato, è davvero un danno”. Ansar è di Timbuktu, la sua famiglia è composta da pastori nomadi che errano per le vaste dune a nord della città. Ansar stesso ha ricevuto minacce di morte e non può tornare a casa.

Ma non si è arreso. Organizza ancora il festival, solo in un posto diverso e con un altro nome: il “Festival in Esilio”. Sarà una carovana di artisti che viaggeranno e si esibiranno attraverso l’Africa occidentale, con tre giorni nel Burkina Faso a coronare l’evento. “Non possiamo lottare con le armi contro di loro,” dice Ansar, “Per me il solo modo che abbiamo di lottare è con la cultura, con la musica”. Intanto a Pili Pili al microfono è arrivato Amkoullel, uno dei giovani rappers maliani che usa strumenti tradizionali come kora e djembe. Trentatré anni, è stato il primo rapper ad esibirsi al Festival nel Deserto di Timbuktu due anni fa. Canta di visione di sé stessi, immigrazione e rispetto e ha suonato in tutto il mondo accanto a leggende del Mali come Salif Keita, Ali Farka Toure e Toumani Diabate.

Come Ansar e altri musicisti a Pili Pili, Amkoullel è contro chi da fuori sostiene che la musica in Mali stia perdendo la sua voce. Ammette che è stata messa a tacere nel nord del Paese, ma prosegue affermando che la musica è così radicata nella vita del Mali che non potrà sparire mai.

 

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Claudia Avolio

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  • il primo concerto mondiale è nato in cielo, Dio ne ha inventata la melodia,ha insegnato agli uomini ad amare la musica,e ha dato questo talento, non a tutti,probabilmente chi impedisce la musica è cieco e sordo,e cosa ancora peggiore non conosce DIO e le meraviglie della sua creazione musica compresa