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Movimento 20 Febbraio: quattro anni dopo

Marocco 20 febbraio

Di Ghali Bensouda. Al Huffington Post Maghreb (22/02/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Sono passati quattro anni dalla nascita del Movimento 20 Febbraio. È dunque opportuno fare un bilancio di quanto questo fenomeno è riuscito o meno ad apportare al Marocco, anche per valutare meglio le future opportunità.

Marocco 20 febbraio inUna cosa è certa: il 20 Febbraio non ha lasciato indifferenti. È riuscito a imporsi nel quadro di un’agenda politica, nazionale e internazionale, non poco complessa nel contesto straordinario della Primavera Araba. Ancora meglio, il movimento ha messo lo Stato di fronte al fatto compiuto e l’ha portato a reagire e a promettere riforme e profondi cambiamenti. Ha inoltre aiutato i cittadini marocchini a uscire da uno stato di totale disinteresse nei confronti di una politica animata dall’ambizione personale. Il 20 Febbraio è, dunque, simbolo della riappropriazione della politica della maggior parte del nostro Paese.

Allo stesso modo, il 20 Febbraio ha permesso di mostrare chiaramente che i marocchini non sono degli irresponsabili. Il dibattito contraddittorio non equivale allo scontro e tanto meno a dei tumulti che potrebbero mettere a repentaglio la stabilità del Paese. Oggi il Marocco è capace di vivere momenti di profonda contraddizione senza cadere nel caos. Il 20 Febbraio, dunque, ha dimostrato la maturità della società marocchina.

Ad ogni modo, nessun movimento politico o cittadino può pretendere di essere perfetto: in questo il 20 Febbraio non fa eccezione. A questo proposito, ha dimostrato che una coalizione di forze così ampia non poteva durare in eterno. La coerenza implica anche un dovere di chiarezza agli occhi dell’opinione pubblica. Un movimento conservatore come Giustizia e Carità non avrebbe mai potuto coesistere a lungo con persone che promuovono la piena attuazione dei diritti umane e altre che aspirano a una netta separazione tra la sfera religiosa e quella politica.

E poi, in politica c’è il tempo degli slogan e il tempo delle azioni. Tutte le persone dotate di cervello sono contro la corruzione, l’arbitrarietà e l’ingiustizia. In politica, la cosa più difficile non è la diagnosi, ma la cura. Se la diagnosi del 20 Febbraio è stata ottima nella maggior parte delle sue rivendicazioni, è evidente che non è riuscito a trovare una cura. Questa cruciale lacuna ha fatto sì che il movimento non risultasse un’opzione efficace agli occhi del pubblico: molti hanno visto in esso una fonte di incertezza, piuttosto che un movimento capace di rispondere alle aspirazioni della maggioranza.

Nonostante tutto ciò, se c’è una cosa positiva del Movimento 20 Febbraio è il suo spirito, che è quello della presa di coscienza, del coinvolgimento, dell’idea che i cittadini hanno un ruolo da giocare nel futuro del Paese. Questo spirito continua a vivere a dispetto dell’indebolimento delle rivendicazioni popolari che hanno conosciuto il loro apice nel 2011. Le nuove forme di mobilitazione attraverso i social media sono lì per dimostrarlo.

È dunque lo spirito precursore del 20 Febbraio a costituire il principale lascito del movimento. Esso va mantenuto in vita affinché il cambiamento non si limiti a un semplice slogan, ma si concretizzi in una realtà nella quale i responsabili e i partiti politici smetteranno di mantenere quello status quo che uccide la società e alimenta gli estremismi.

Ghali Bensouda è un esponente della società civile marocchina.

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