Lo scopo è stato raggiunto. Il nuovo presidente egiziano Muhammad Morsi ha conquistato le pagine delle maggiori testate giornalistiche mondiali riportando la politica estera egiziana all’attenzione di quanti quasi si erano dimenticati che il Cairo potesse agire indipendentemente sul piano delle relazioni estere. Di fronte una tesa delegazione siriana ed in casa del migliore alleato di Bashar al- Asad, Morsi ha candidamente e fermamente espresso il proprio supporto alle rivolte in Siria delegittimando di fatto l’attuale regime. Come riportato dall’israeliano Haaretz, il presidente egiziano ha anche fortemente condannato quanti negano l’Olocausto considerando tale posizione come un oltraggio alla storia. Un messaggio questo chiaramente indirizzato ad Ahmadinejad.
Morsi ha voluto dunque dimostrare l’indipendenza di azione dell’Egitto che è sembrato il meno allineato di tutti i Paesi presenti al vertice di Teheran. Anche sulla Siria la sua è una posizione particolare: supporto ai ribelli i quali però devono riuscire da soli nel loro intento di rovesciare al-Asad senza che vi sia un supporto dall’esterno (vedi alla voce intervento militare). Morsi con questa dichiarazione appare perfettamente in linea con gli interessi cinesi e del resto il recentissimo viaggio del presidente egiziano in quel di Pechino dimostra un riavvicinamento strategico da non sottovalutare.
Morsi e l’Egitto hanno la propria linea di politica estera dopo che gli interessi del Paese erano stati messi in secondo piano. Oggi il nuovo presidente può evidentemente godere di un ampio controllo delle sue forze armate e dei gangli vitali dei servizi di sicurezza due elementi questi che gli garantiscono libertà di azione sul piano esterno. Il presidente egiziano continuerà nel suo tour mondiale recandosi a breve giroin Malesia, Brasile ed altri Paesi economicamente emergenti, il tutto senza dimentacare una visita in Etiopia per discutere della gestione del bacino del Nilo ed un viaggio a New York il prossimo Settembre per incontrare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.