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Morsi contro lo SCAF: i giochi sono aperti

Indipendentemente dalla cronaca che si susseguirà in questi giorni rispetto allo scontro in essere fra militari e Fratelli Musulmani, l’Egitto ha oggi aperto una nuova fase della sua storia.

Muhammad Morsi ha deciso: le elezioni per il Parlamento egiziano sono valide, nonostante la Corte costituzionale egiziana ne abbia deciso l’annullamento. Morsi ha capovolto la sentenza ed ha deciso di convocare al più presto il Parlamento. Il dato è tratto: i Fratelli Musulmani provano a governare l’Egitto, ma soprattutto provano a scrollarsi di dosso anni di collaborazione con i militari. La strategia della partecipazione, della subordinazione al potere di Mubarak e soci, sembra essere giunta al termine. Muhammad Morsi sta provando a sfruttare il momento, forte anche di un vasto appoggio internazionale che va dall’invito di Obama alla Casa Bianca al messaggio di congratulazioni di Hezbollah.

Morsi chiama a raccolta la piazza, la definisce “unica fonte del potere”. Nel suo primo discorso alla nazione pronunciato a Piazza Tahrir si rivolge ai giovani, alla polizia, ai militari, ma non allo SCAF, non ai generali. Lo scontro è ormai aperto. I Fratelli Musulmani sembrano aver definitivamente svoltato, sembrano aver abbandonato ogni indugio decidendo di liberarsi fin dall’inizio dalla storica intromissione dei militari nella vita del Paese. Morsi ha compreso l’unicità dell’occasione presentatasi: maggioranza assoluta degli islamisti in Parlamento e presidenza della Repubblica conquistata dalla Fratellanza. Il mondo occidentale guarda con favore ai processi elettorali democratici dei Paesi arabi e Morsi sa di poter contare su Washington come sull’Europa. Tutti spingono per il cambiamento.

Anche l’islamismo, che molti definiscono come radicale ed estremista (vedi alla voce Hamas, Hezbollah, ma anche i salafiti), è del tutto favorevole ad un regime change nel Paese. Una serie di congiunture interne ed internazionali hanno forse convinto la Fratellanza a cambiare passo, ad essere l’alternativa, sebbene non genuinamente rivoluzionaria (nel senso di essere vicina alle forze che a questa rivolta hanno dato il via il 25 Gennaio 2011), per il nuovo Egitto che verrà domani e che si costruisce a partire da oggi.

Marco  di Donato