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Mohammed Bennis e la riscoperta della poesia

Mohammed Bennis

Mi trovo in Marocco, terra che amo e che mi accoglie d’estate ormai da qualche anno. Qui i tempi rallentano, tutto va più piano, anche quando bisogna fare più cose.

Ma se non potete venire tutti in Marocco, allora provo a portare un po’ di Marocco da voi e vi parlo di Mohammed Bennis.

È nato a Fes nel 1948 e già a vent’anni inizia a pubblicare poesie su vari giornali. Ben presto diventa un punto di riferimento per la poesia araba contemporanea, tanto da essere spesso paragonato ad altri grandi poeti come Adonis e Mahmud Darwish.

È stato in grado di mettere in moto un grande processo di innovazione della poesia marocchina, che l’ha portata a svincolarsi dalle forme rigide della classicità per abbracciare la leggerezza del verso libero. È lui che l’ha guidata verso le nuove correnti poetiche che percorrevano il mondo intero in quegli anni, facendole mantenere la sua originalità locale.

Nonostante questo rinnovamento radicale, infatti, Bennis ha voluto mantenere la lingua araba, che ha preferito al francese, già sfruttato sia in Marocco che in Europa nella produzione poetica di quegli anni.

La lingua diventa vitale per la poesia, così come la poesia diventa vitale per la lingua. La carta diventa tavolozza e la scrittura e l’impaginazione vengono sfruttate saggiamente, creando forme, spazi e vuoti.

Altro nodo principale nella sua produzione poetica è il concetto di modernità, che si contrappone fortemente con quello di globalizzazione. La modernità per Bennis  non è assimilazione cieca e smodata, ma rinnovamento ponderato verso la libertà della poesia e dell’uomo.

Infine il dialogo, dialogo tra culture, quella occidentale e quella orientale, ma anche fra presente, passato e futuro rimarcandone la continuità. Il passato andaluso, per esempio, è presentato con grande nostalgia, ma allo stesso tempo sorge il desiderio di poter ricreare nel Mediterraneo la convivenza tra popoli e religioni come avveniva in quella terra.

Mediterraneo BennisDi questo si parla lungamente in “Il Mediterraneo e la Parola, Viaggio, poesia, ospitalità”, a cura di Francesca Corrao e Maria Donizzelli, pubblicato da Saggine, Donizzelli Editore nel 2009.

Si tratta di un raccolta di frammenti di saggi o discorsi e di poesie che hanno come tema centrale questo mare che dovrebbe unirci, ma che invece sembra dividerci. Sono tutte riflessioni sull’esigenza di creare un dialogo proficuo tra le due sponde del Mediterraneo e non una barriera impenetrabile. È un’ode a quello che era, e che si spera possa ancora essere un giorno, il mare che gli arabi chiamano il “mare bianco centrale”.

In linea con questi pensieri, il poeta marocchino dà molto valore anche alla traduzione fatto che a essere sinceri mi ha sorpreso parecchio. Penso che la traduzione poetica sia una delle più difficili: bisogna cercare di tradurre le parole non solo in modo tale che abbiano un senso, ma anche affinchè suonino bene, bisogna cercare di mantenere un ritmo e una sonorità simile tra lingue spesso molto diverse e penso anche che la lingua originale venga inevitabilmente tradita da questo processo. Mohammed Bennis, però, vede la traduzione come occasione per stabilire un dialogo, un punto di partenza per la comprensione reciproca.

A tal proposito, una delle sue raccolte che mi piace di più, però, non è in italiano, bensì in spagnolo. È un libricino intitolato “Un rio entre dos funerales” (Un fiume tra due funerali) e l’ho divorato in poche ore. È tradotto magnificamente da Luis Miguel Canada, pubblicato da Icaria Editorial con testo a fronte in arabo.

Il titolo dice già tutto: parla di fiumi, di acqua e di morte, in un associazione che abbiamo imparato a fare solo negli ultimi anni, purtroppo. Sono rimasta colpita dalla delicatezza, dalla sensibilità con cui parlava di un tema così complicato. Gli occhi non scorrevano veloci sulle parole, ma ne erano guidati, a volte rapidi altre volte più lentamente. Mi ha fatto riscoprire la poesia in un momento in cui mi ero allontanata da lei e mi ha riportato alla calma marocchina.

Buona Lettura!