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Le minoranze religiose nel mondo islamico: i baha’i dell’Iran

Di Ahlam Akram. Elaph (26/04/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo.

Nel mondo islamico, le minoranze subiscono una forte discriminazione religiosa. Molti dei loro membri vengono esclusi dall’istruzione, discriminati a livello di opportunità lavorative ed esposti al rifiuto sociale. Tutto ciò avviene nonostante le garanzie di libertà di culto. Inoltre, tra i diritti previsti nelle costituzioni di questi Paesi ci sono la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.

Per esempio, dall’inizio della rivoluzione islamica in Iran nel 1979, sono morti centinaia di credenti baha’i e migliaia ne sono stati arrestati. Ancora oggi, 115 baha’i si trovano in prigione solamente a causa della loro fede. Inoltre, questi fedeli vengono esclusi dall’istruzione universitaria e forte limitazioni sono imposte alla loro vita quotidiana. Ma la cosa peggiore è che viene loro impedito di seppellire i morti secondo il loro rito religioso.

Diversi religiosi nel mondo islamico hanno annunciato l’adozione di una nuova lettura dei principi e dell’insegnamento della religione islamica. Secondo questa lettura, il Corano raccomanda non solo la convivenza religiosa, ma anche l’accoglienza. Su questa visione si è basato l’ayatollah iraniano Masumi Tehrani che, in diverse occasioni, ha espresso preoccupazione per la persecuzione a cui sono esposte le minoranze, in particolare i baha’i, frutto del cieco fanatismo religioso. Per questa ragione, l’ayatollah ha deciso di regalare alla comunità baha’i un’opera di calligrafia con il simbolo dei baha’i e una citazione del libro di Baha’u’llah, il profeta della religione baha’i. L’iniziativa è stata considerata unica nel suo genere.

Il gesto dell’ayatollah è stato molto apprezzato, soprattutto dalla rappresentante ufficiale della comunità baha’i presso le Nazioni Unite, la signora Bani Dugal, secondo la quale tale gesto ravviva la speranza e potrebbe avere un impatto positivo in termini di convivenza fra i popoli.

Non vi è dubbio che l’iniziativa dell’ayatollah Tehrani sia degna di rispetto e di apprezzamento, tuttavia spero che non si limiti ad un singolo episodio ma si traduca in una politica reale dello Stato iraniano. Tale politica deve mirare al cambiamento dei sistemi di istruzione, collegandoli ai diritti universali dell’uomo per promuovere una cultura della convivenza in una società in cui l’eredità, la tradizione e i valori sono diventati un grande ostacolo alla cultura della pace e alla convivenza tra le religioni.

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Viviana Schiavo

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