Il professor Eran Halperin, in un articolo pubblicato su Kul al-Arab, analizza il ruolo cruciale della Lista Araba Unita nelle prossime elezioni israeliane, mettendo in guardia contro errori di calcolo politico che potrebbero portare alla vittoria di forze estremiste e alla fine della democrazia israeliana.
Halperin evidenzia una tensione strategica all’interno del campo democratico israeliano. Da un lato, molti leader ritengono possibile ottenere una maggioranza di 61 seggi senza il supporto dei cittadini arabi o del partito Likud, basandosi esclusivamente su partiti ebraici. Tuttavia, l’analisi di Halperin suggerisce che questa coalizione raggiungerebbe al massimo 55-57 seggi, insufficiente per formare un governo stabile.
L’ipotesi di includere il Likud in una coalizione “ebraico-sionista” viene respinta dall’autore, che sottolinea come il partito, sotto la guida di Netanyahu, sia diventato nazionalista e populista, incompatibile con una vera democrazia liberale.
Halperin sostiene che una governance democratica in Israele sia irrealizzabile senza la partecipazione dei cittadini arabi. Le dichiarazioni attuali dei leader del campo democratico, che escludono la collaborazione con i partiti arabi, rischiano di ridurre drasticamente l’affluenza alle urne tra gli arabi israeliani, compromettendo la loro rappresentanza parlamentare.
L’autore propone un approccio più creativo e complesso, che riconosca l’importanza del voto arabo e promuova una reale inclusione politica, evitando così il pericolo di un governo estremista e preservando la natura democratica di Israele.
Eran Halperin è un accademico israeliano, specializzato in scienze politiche e psicologia sociale. I suoi studi si concentrano su temi legati ai conflitti intergruppi, alla democrazia e ai processi di pace in contesti caratterizzati da forti divisioni etniche e nazionali. Halperin è noto per il suo lavoro sull’importanza della partecipazione politica delle minoranze e sulla necessità di promuovere soluzioni inclusive per la stabilità democratica. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste internazionali e collabora frequentemente con importanti istituzioni accademiche e mediatiche.