L’identità della Seconda Repubblica egiziana

Di Hind M. Ahmed Zaki. Egypt Independent (21/08/2012). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

La maggior parte degli egiziani ricorderà il 13 agosto 2012 per essere stato più di una lunga e calda giornata del mese sacro di Ramadan. Solo poche ore prima del tramonto è stata diffusa la notizia di un importante sviluppo nella lotta in corso tra i due rami principali del potere: i generali che rappresentano il passato militare del paese e la fazione politica che cerca di controllarne il futuro. Il Presidente Mohamed Mursi ha fatto pendere la bilancia a favore dei Fratelli Musulmani con la revoca della modifica costituzionale emanata dal Consiglio Supremo delle Forze Armate e con un decreto presidenziale, per mezzo del quale  ha annunciato un rimpasto importante tra le fila dell’establishment militare, compreso il pensionamento forzato del feldmaresciallo Hussein Tantawi.

Il decreto del Presidente potrebbe suggerire due scenari diversi per il futuro del Paese. Da un lato,lo si può considerare l’inizio di un nuovo patto militare – islamista. Secondo questo punto di vista, gli islamisti e i generali continuerebbero a stringere un patto anti-rivoluzionario con lo scopo di sopprimere le forze democratiche della rivoluzione, ancora troppo deboli per avere una voce significativa sull’avvenire dell’Egitto. In questo caso il futuro dell’Egitto sarebbe simile a quello del Pakistan.

Dall’altro lato, ci sono persone  che vedono la decisione Mursi sotto una luce diversa, interpretandola come la fine del fragile patto che è esistito negli ultimi 18 mesi tra le due forze. Secondo tale parere, la storica lotta per il potere tra i Fratelli Musulmani e lo Stato militare sarebbe culminata con una netta vittoria dei primi. La debolezza delle forze democratiche non-islamiste della nazione, insieme con l’emarginazione dei militari, ha spianato la strada ai Fratelli Musulmani per il controllo incontrastato della sfera politica.

Ma la realtà non è così semplice come entrambi i casi pretendono che sia, è vero che sta nascendo una Seconda Repubblica ma potrebbe andare diversamente rispetto agli scenari sopra descritti. Il primo scenario, un “Patto pakistano” in cui gli islamisti condividono il potere con i generali, non è né voluto né possibile in Egitto. Ciò è facilmente deducibile dal modo in cui i generali sono stati “subordinati” al presidente. Dall’altro lato, i Fratelli Musulmani non hanno un potere onnipotente, specie se continuano ad escludere le altre parti politiche dal processo decisionale e se non riescono a gestire la burocrazia statale, ultimo baluardo di forza del vecchio regime.

Infine, rimane un fattore che potrebbe rivelarsi il più decisivo nel determinare l’identità della Seconda Repubblica egiziana, e cioè una nuova ondata di azione rivoluzionaria più connessa col processo politico, e con le esigenze originali della rivoluzione: pane, libertà e giustizia sociale.

 

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